La costruzione di una residenza psichiatrica a Carpi è indispensabile. Era il 26 maggio del 2008 e, in occasione dell’inaugurazione del Centro di Diagnosi e Cura presso l’ospedale, si ribadì l’importanza di avere a Carpi una struttura residenziale. Da sette anni, da quando la città ha perso i suoi posti letto di trattamento intensivo, le famiglie ne attendono la realizzazione ma non c’è niente all’orizzonte nel breve periodo. Moltissime, nel corso di questi anni, sono state le ‘location’ prospettate, da Santa Croce a Fossoli, finché il Consiglio Comunale non ha preso in mano la questione votando all’unanimità il 7 novembre 2013 una mozione, firmata da tutti i gruppi presenti nel civico consesso, che chiedeva di riportare a Carpi i 10 posti letto di Residenza psichiatrica intensiva (ora in una clinica di Modena) impegnando la Giunta “a coinvolgere e sensibilizzare l’Azienda Usl a questo fine, con la possibilità di incrementarli a 15”. Nonostante le sollecitazioni all’Ausl dell’allora assessore alle Politiche sociali e sanitarie Alberto Bellelli e l’impegno a portare la richiesta alla Regione del direttore generale Ausl Mariella Martini, siamo ancora al punto di partenza. Esiste o no la volontà di fare qualcosa? Ci sono le risorse? Le ultime notizie dall’Ausl di Modena confermano la volontà del direttore Martini di realizzare una struttura a Fossoli, in via Del Carpine, in un quartiere residenziale di recente costruzione, su un terreno già urbanizzato messo a disposizione dal Comune. La distanza di almeno quattro chilometri dall’ospedale ne renderà sicuramente complicata la gestione per i quindici operatori – personale medico e non – che lavoreranno nella Residenza a Trattamento Intensivo. Per risparmiare soldi pubblici era stata avanzata una prima proposta di ampliare la palazzina dove attualmente si trova il reparto di Diagnosi e Cura ricavandone dodici posti letto. Recentemente è stata ultimata la riqualificazione dell’ex Stella in via Tre Febbraio la cui progettazione risponde a criteri strutturali consoni alle funzioni di Residenza psichiatrica: potrebbe ospitare posti in convenzione, oppure essere gestita interamente con personale Ausl. Quando? Dove? Come? Quanto? Sono queste le domande a cui l’Ausl è chiamata a rispondere per chiarire le scelte che intende fare per consentire di avvicinare il servizio alle famiglie e dare continuità e qualificazione al percorso terapeutico nel passaggio dal ricovero alla famiglia stessa. Possibilmente senza attendere altri sette anni.
Sara Gelli