E Schena sia…

0
1129

E’ sul nome di Giuseppe Schena che sembra si sia trovata la convergenza tra i rotariani e il Pd e sarà con ogni probabilità il sindaco di Soliera a ricoprire la carica di presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi succedendo a Gian Fedele Ferrari, il cui incarico scadrà contestualmente all’approvazione dell’ultimo bilancio della Fondazione, entro il 31 maggio. Insieme a Gian Fedele Ferrari decadranno tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione perché giunti al termine del secondo e ultimo mandato.
La nomina del presidente e del nuovo Consiglio di Amministrazione (composto da 9 membri) è di competenza del Consiglio d’Indirizzo che segnala i nomi all’interno di una lista e avverrà contemporaneamente all’approvazione del bilancio o nella seduta immediatamente successiva.
Nel futuro Consiglio d’Amministrazione non possono più essere rieletti i sette componenti: oltre a Gian Fedele Ferrari, che potrebbe affiancare il nuovo presidente solo con un incarico da esterno, Mauro Benincasa, Angelo Flammia e Riccardo Pelliciardi, tutti al termine del secondo mandato e Claudio Saraceni, Tonino Zanoli e Silvio Pederzoli che dopo un mandato in Consiglio di Indirizzo, sono al termine del mandato in Consiglio di Amministrazione.
A decidere le future nomine sarà l’attuale Consiglio di Indirizzo (composto da 19 membri), di cui successivamente partirà il rinnovo: a giugno decadranno infatti i cooptati Elia Taraborrelli, Stefano Pivetti e Paolo Vincenzi, l’unico rinnovabile perché al primo mandato. A novembre toccherà agli esponenti della società civile che rappresentano il mondo del volontariato, scuola, università, Diocesi, ordini: Gabriella Aggazzotti e Attilio Bedocchi sono rieleggibili mentre sono al secondo mandato Silvano Fontanesi, Luigi Lamma, Ercole Losi, Lamberto Menozzi, Giuseppe Bellei Mussini e Glauco Verzelloni.
A maggio 2015 sarà il turno dei due designati dalla Camera di Commercio, Marco Gasparini e Giovanni Paini (prorogabili), dei tre del Comune di Carpi (Andrea Aldrovandi e Giuseppe Ferrario, non più eleggibili, e Cinzia Principi, prorogabile), dei Consiglieri di Soliera e Novi (Maurizio Vescovini ed Eleno Dondi, prorogabili) e di Lella Rizzi, indicata a suo tempo dalla Provincia e con un mandato ancora a disposizione. E’ aperta dunque la corsa, senza esclusione di colpi, per un posto in Fondazione a cui tanti, troppi, ambiscono: ai sette componenti del Consiglio di Amministrazione e ai membri del Consiglio dei Revisori spetta infatti un compenso annuo, mentre per i componenti del Consiglio di indirizzo è prevista una “medaglia”, così è definita nello Statuto, di presenza per la partecipazione alle riunioni. Nate all’inizio degli Anni ‘90, quando l’attività creditizia delle Casse di Risparmio e delle Banche del Monte, enti con una forte connotazione solidaristica, fu separata da quella filantropica, le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi, e non è obbligatorio che rendano pubblica la delibera del 2006 con la quale il Consiglio di Indirizzo stesso, con parere del Collegio dei Revisori, stabilisce “la misura e le modalità di erogazione”.
In base all’ultimo bilancio disponibile, quello del 2012, per compensi e rimborsi spese degli organi statutari la Fondazione ha speso 430.492 euro, di cui 233.347 per i 7 componenti del Consiglio di Amministrazione e 121.326 per i 19 membri del Consiglio d’Indirizzo. Nonostante l’Acri, che rappresenta le Fondazioni bancarie, abbia riconosciuto che quella di Carpi è fra le Fondazioni con le retribuzioni più basse, tuttavia c’è chi sgomita pur di entrare.
Sara Gelli