“Non siamo una setta”

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Erano oltre 700 le persone di ogni età che, lo scorso 14 aprile, si sono ritrovate tra Carpi e Soliera per ricordare la morte di Gesù. La commemorazione, che corrisponde al 14 nisan del calendario ebraico, è la celebrazione più importante dei Testimoni di Geova. Stando ai dati del 2013 infatti, insieme a quelli di Carpi e Soliera, altri 19 milioni di persone – di cui circa 8 milioni di Testimoni – si sono riuniti nelle Sale del Regno di 239 Paesi in tutto il mondo. E quella dei Testimoni di Geova – che ci tengono a specificare non è “né una setta né una religione americana, bensì una confessione cristiana a tutti gli effetti” – è, nel nostro territorio, una realtà in crescita, moderata ma costante, da diversi anni: se tra Carpi, Soliera, Novi e Campogalliano i fedeli sono circa 480, la percentuale di aumento si aggira, secondo stime nazionali, intorno all’1,5% annuo. Dall’inizio della loro attività a Carpi, alla fine degli Anni Sessanta, oggi esistono, germogliate da quella originaria, almeno altre 10 congregazioni, due delle quali nella stessa Città dei Pio. A prevalere, con una media che si aggira intorno al 55-60%, sono le donne. La fascia giovanile rappresenta il 20-30% del totale, mentre l’età più rappresentata è quella tra i 40 e i 50 anni. “Se il numero dei presenti alla cerimonia di lunedì scorso è più alto del numero dei fedeli – spiega Pierantonio Carretti, che si occupa della comunicazione per Modena e Reggio Emilia – è perché diventare Testimoni di Geova non è né automatico né scontato, ma richiede altresì un percorso e una consapevolezza precisi, la lettura e lo studio della Bibbia e la libera scelta personale. Per questo il battesimo viene impartito quando una persona è in grado di decidere in autonomia la propria scelta di vita”. A Carpi è presente anche un gruppo di 20 persone che utilizza la Lingua Italiana dei Segni e in zona ve ne sono altri che predicano in lingue diverse dall’italiano: spagnolo, francese, twi (Ghana), romeno, cinese, inglese e tagalog (Filippine). “Siamo convinti – prosegue Carretti – che la Bibbia aiuti non solo a diventare uomini, donne, mogli, mariti e figli migliori, ma che contenga anche la speranza più bella e concreta che si possa prospettare all’umanità, quella rappresentata dal Regno di Dio”. La prima comparsa a Carpi dei Testimoni è avvenuta nel 1968 quando, da Parma, si trasferirono in città due famiglie. Un anno dopo nacque ufficialmente, con nove predicatori, la congregazione. Da allora i Testimoni, di strada, ne hanno fatta tanta, spostandosi di sede in sede (la prima si trovava in un piccolo locale in un sottoscala in via Giuseppe Rocca, mentre negli Anni ’90 fu costruita l’attuale Sala del Regno in via Brunelleschi) man mano che il loro numero andava crescendo. Crescita così rapida che, alla fine del decennio successivo, si dovettero fondare nuove congregazioni a Correggio, Soliera, Novellara, Castelnuovo di sotto, Rubiera, Cavezzo e Novi. “La maggior parte delle persone crede in un’entità superiore che ci ha creati – chiosa Carretti – e dunque la cosa più importante, per chi crede in Dio, dovrebbe essere l’interesse a discuterne con altri, a interrogarsi su quali siano i suoi comandamenti, a impegnarsi a vivere in accordo con il suo volere. Invitiamo allora le persone che incontriamo ad ascoltare quel che abbiamo da dire e soltanto dopo a giudicare e scegliere in totale libertà. Purtroppo molti, anche se ci riconoscono, non ci conoscono, nel senso che ci identificano ma non sanno quale sia la nostra realtà e cosa predichiamo. In realtà cerchiamo semplicemente di basarci sulla Bibbia che dovrebbe essere la guida di chiunque si riconosca nell’insegnamento di Cristo. Perché se credi in Dio, dovresti anche credere a Dio, ovvero ascoltare quel che ha da dirti”.
Marcello Marchesini
 

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