La storia, si sa, si ripete ma Carpi pare non aver ancora imparato la lezione. E così, dopo la pallavolo, a migrare verso altri lidi, maggiormente attrezzati, è la pallamano di coach Davide Serafini. Per la massima serie, infatti, la palestra del Vallauri è inadeguata e, dalla scorsa settimana, in occasione delle due semifinali scudetto, Terraquilia ha detto arrivederci alla Corte dei Pio, preferendole la sorellastra Rubiera. Un’altra occasione persa per la nostra città che si è lasciata così sfuggire dalle mani la possibilità di essere teatro del grande sport, quello di Serie A. Quello, per intenderci, che porta le telecamere della Rai in città e tifoserie provenienti da ogni parte di Italia. Una vetrina niente male, considerato lo stato letargico in cui versa da tempo la nostra città attanagliata dalla crisi economica. “La società non ha ancora perso la speranza” commenta l’addetto stampa di Terraquilia Carpi, Enrico Bonzanini. Una speranza, la loro, riposta nella palestra di Cibeno: “abbiamo già fatto numerosi sopralluoghi sul cantiere e abbiamo riscontrato che con un allargamento di 4/5 metri, la struttura potrebbe rispondere pienamente alle esigenze della massima serie”. A mettere la società con le spalle al muro è stata proprio la Rai che, avendo acquistato i diritti sulle fasi finali del campionato, “ci ha dato dieci giorni per trovare una soluzione alternativa alla palestra di Vallauri, ritenuta inadeguata poiché priva di due ingressi separati per le due tifoserie e con una capienza scarsa”. Un veto che ha costretto Terraquilia a fuggire già in occasione dell’ultima gara della Poule Playoff contro Ambra giovedì 17 aprile (battuta 31 a 27). La data – alquanto infelice – dettata da esigenze di diretta della Rai “ha coinciso col derby calcistico più atteso dell’anno – prosegue Bonzanini – il quale, ovviamente, ha completamente catalizzato l’attenzione”.
La soluzione di Cibeno resta l’unica strada praticabile per la società carpigiana ma gli amministratori locali, giunti ormai a fine mandato, non si sbilanciano, nè fanno promesse: “certo non possiamo stare con le mani in mano ad aspettare i tempi dell’Ente Locale. Qualora centrassimo lo scudetto, il primo nella storia di Carpi, dovremo comunicare a stretto giro di boa alla Federazione Italiana una soluzione. Inoltre, la prossima stagione, vedrà la nostra partecipazione a Coppe Europee che esigono spazi consoni. La pallamano in Italia è una realtà nascente ma, in Europa, è molto radicata e ha un forte seguito. Portare qui le varie tifoserie europee costituirebbe senza dubbio un volano economico importante per la nostra città, in termini di indotto. Sarebbe un vero peccato lasciarsi sfuggire questa occasione”. Insomma quella della dirigenza è una decisione ormai inderogabile e pressoché obbligata: “Carpi – continua Enrico Bonzanini – è la nostra prima scelta. E’ qui che la Handball Carpi è nata 40 anni fa ed è qui che dovrebbe restare ma l’Amministrazione deve darci garanzie e tempi certi. Confidiamo di poter al più presto incontrare i candidati sindaci per capire quali siano le loro reali intenzioni e sapere se entro il mese di dicembre potremo anche noi fare affidamento sulla palestra di Cibeno. Qualora trovassimo un accordo, cercheremmo delle soluzioni temporanee, in attesa del completo adeguamento della palestra, giocando in deroga al Vallauri e disputando gare in campi neutri per le Europee. Noi non perdiamo la speranza”. L’alternativa più probabile resta la fuga verso Rubiera (“la candidata più papabile per ospitare semifinale e finale”). Contemplata anche l’ipotesi Cavezzo ma solo se quest’ultimo non verrà designato, dopo il rinnovo della Giunta, a struttura strategica in caso di calamità, il che comporterebbe circa tre anni di lavori di adeguamento. “L’obiettivo di Terraquilia oltre a vincere lo scudetto – sorride scaramantico Enrico – sarà quello di conquistare la Coppa Italia, ben figurare in Europa e mantenere forti radici carpigiane”. Grazie al contributo fondamentale di imprenditori della provincia come Romano Mattioli di Terraquilia, aggiunge Bonzanini, “stiamo investendo molto per potenziare tutte le nostre strutture societarie e tecniche ma la nostra soddisfazione più grande è quella di avere un settore giovanile che conta oltre 250 ragazzini, i quali praticano questo bellissimo sport senza spendere nemmeno un euro”. Un dato certamente non trascurabile per le famiglie, soprattutto in questo momento di crisi economica. Dopo le due promozioni rifiutate da Universal pur di continuare a giocare in città e la fuga della Liu Jo a Modena, si spera che i nostri amministratori decidano di tenersi almeno la pallamano. Dopo dieci anni spesi ad aprire palestre e palestrine per sostenere la pratica sportiva e disincentivare la pigrizia (ndr “chi pigro non piglia pesci), come non mancano di ribadire il sindaco e l’assessore uscenti, Enrico Campedelli e Alberto D’Addese, sarebbe forse il caso di credere e scommettere sullo sport con la S maiuscola, sostenendo le società sportive che hanno raggiunto promozioni significative e mettendo a loro disposizione un Palazzetto degno di essere chiamato tale. Un sostegno insomma che non passa di certo attraverso la consegna di una targa…
Jessica Bianchi