Marcia indietro dei Nomadi su Cortile

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La lettera recapitata in Redazione è firmata da “un cittadino stanco di inutili parole a cui seguono fatti miseramente incivili e disumani” che si fa portavoce delle ultime istanze avanzate dai nomadi. Inizialmente favorevoli allo smantellamento del campo di via Nuova Ponente, con questa lettera sembrano intenzionati a fare un passo indietro. Il trasloco viene infatti definito dall’anonimo cittadino “forzato” in considerazione della “non volontà – c’è scritto nella lettera – di essere allontanati dove non ci sono nè negozi nè servizi”. Il trasloco corrisponderebbe per l’autore della lettera a una maggiore “ghettizzazione”.
Ma c’è di più, perché l’intento della missiva è quello “di far sapere ai cittadini di Carpi che l’Unione Europea invia i soldi per l’integrazione delle comunità sinti ma vedendo in quali condizioni versa da trent’anni il suddetto campo sembra che di tali finanziamenti sia stata usata una minima parte, mentre l’Amministrazione usa tale argomento a scopi politici disinteressandosi del recupero di tale etnia, venendo meno al rispetto dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia per cui la Corte Europea, che verrà aggiornata in merito, probabilmente interverrà con sanzioni a loro carico. Inoltre – conclude la lettera – nonostante i cittadini carpigiani si reputino tanto civili nascondono il loro razzismo dietro comode false posizioni politiche”.
In modo categorico, il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, esclude che l’Unione Europea abbia mai inviato soldi per l’integrazione dei sinti “che – lo ribadisco – devono cominciare a imparare ad autodeterminarsi in modo responsabile senza scaricare le responsabilità sulla comunità. Quel periodo è fi-ni-to!” scandisce Campedelli. “Mi irrita il fatto che neppure ci provino a emanciparsi per stare al passo coi tempi. Non si può più parlare di questione sociale perché adesso è una questione di scelte”.
Tira dritto l’Amministrazione Comunale lungo il percorso che porterà all’autonomia dei Sinti destinati provvisoriamente a essere ospitati nella struttura di prima accoglienza a Cortile e nella zona predisposta dietro la Piscina Comunale “per poi procedere tra un anno a soluzioni abitative in piena autonomia”.
“I tecnici mi hanno riferito – continua Campedelli – che entro fine marzo le due aree saranno pronte e che si procederà al trasloco”.
A Cortile, intanto, il Comitato, dopo la bocciatura del ricorso al Tar, ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, per bloccare l’ordinanza del sindaco che impone il trasferimento dei nomadi nella frazione.
Sara Gelli
 

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