Anche quest’anno, per la decima e forse ultima volta, dalla stazione ferroviaria di Carpi partirà il Treno della memoria che porterà circa 600 studenti delle scuole superiori del modenese ad Auschwitz seguendo le tracce delle migliaia di deportati che nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, svanirono nei forni crematori. Gli studenti saranno accompagnati da professori, scrittori, storici, giornalisti e musicisti che saranno impegnati a dare loro gli strumenti, le “chiavi di lettura”, di questa tragedia del Novecento.
Sul treno, ancora una volta, ci saranno, tra gli altri, gli scrittori Carlo Lucarelli e Paolo Nori e, per la prima volta, il leader dei Nomadi, Beppe Carletti; per lui sarà un viaggio particolare visto che poco più che ventenne incise con i Nomadi una canzone scritta da Francesco Guccini e dedicata proprio alla tragedia di Auschwitz. Il treno partirà da Carpi il 1° aprile e rientrerà il 6. Il cambio di data, come già avvenne lo scorso anno, è motivato soprattutto dalla mancanza di disponibilità nel fornire il convoglio da parte delle Ferrovie Italiane e, quindi, dalla necessità degli organizzatori, la Fondazione Ex Campo Fossoli, di rivolgersi alle Ferrovie di altri Paesi europei.
Le oltre 600 persone che prenderanno parte al viaggio toccheranno con mano l’inferno del campo di concentramento con le prove che la Shoah non è un’invenzione, bensì il risultato di un vero e proprio terrore scientifico che ha raggiunto una dimensione industriale. Nonostante il tentativo dei nazisti di cancellare i segni dell’orrore bruciando le baracche di Birkenau ed eliminando molti dei beni sequestrati agli ebrei, saranno ancora visibili matasse di stoffa composte da capelli umani, quintali di scarpe, migliaia di valigie riportanti il nome e l’indirizzo del proprietario e, soprattutto, latte vuote dello Zyclon B, il gas disinfettante che, nelle dosi sperimentate sui primi prigionieri russi, ha consentito ai nazisti di attuare la cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica”. A regime, Auschwitz-Birkenau riusciva a bruciare fino a 10mila persone al giorno in quei forni che, per il comandante del campo, erano “l’uscita finale”.
Quella di quest’anno potrebbe essere l’ultima edizione perché sta scadendo la convenzione con le Fondazioni bancarie del modenese che, sinora, si sono sobbarcate gran parte dei costi. L’augurio di tutti è che si possa trovare una soluzione e nuove risorse perché il progetto possa continuare in futuro. Il Treno della memoria non è solo un tradizionale viaggio, ma un “contenitore” di proposte didattiche per studenti e insegnanti, dove il viaggio rappresenta il momento più significativo sia sul piano della conoscenza che su quello emotivo.
Il viaggio, in questi anni, ha assunto un valore non solo pedagogico e culturale, ma anche politico intorno al significato e all’importanza della memoria.
La trasmissione della memoria fra le generazioni è un dovere morale tanto più in un’epoca come quella attuale, caratterizzata da una rapida evoluzione che, modificando profondamente la società e le relazioni umane, mette a rischio il senso della storia e la coscienza collettiva. I ragazzi diventeranno conservatori della memoria di fatti che non hanno vissuto, saranno i ‘tedofori’ che passeranno alle generazioni future quello che hanno potuto ascoltare dalla voce diretta degli ultimi testimoni.
Gli ebrei lasciano sassi sulle tombe a testimonianza della loro visita: al contrario dei fiori non appassiscono e restano lì per sempre. E per sempre dovrebbe rimanere inchiodato nelle menti di tutti il ricordo di una delle pagine più oscure della storia dell’umanità. E di memoria sembra ci sia bisogno se è vero – come risulta da un sondaggio condotto su un campione di alunni delle scuole superiori di tutta Italia – che il 40% degli studenti non sa cosa sia la Shoah.
Pierluigi Senatore