Cosa resterà… dei Vigili dei Fuoco?

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Una mezza vittoria l’hanno portata a casa, peccato che dietro la carota si celasse un bel bastone! Il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Carpi ha rischiato di vedersi ridurre l’organico all’osso, passando da 40 a 28 pompieri operativi. Un taglio che avrebbe messo in serio pericolo la sicurezza della cittadinanza, dal momento che non sarebbero più stati garantiti il servizio di autoscala e autobotte. “Noi non ci stiamo”, aveva avvertito a gran voce Silvano Patrocli,  caposquadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Modena e responsabile sindacale della Cisl, annunciando battaglia e, ora, un piccolo risultato, anche grazie all’interessamento dei due parlamentari carpigiani, Manuela Ghizzoni ed Edoardo Patriarca, è stato portato a casa. “E’ il solito gioco delle tre carte: abbiamo ottenuto una mezza vittoria a Carpi per poi assistere inermi al declassamento del Distaccamento di Pavullo. Ci siamo adoperati strenuamente per la sede carpigiana, certi che le altre fossero intoccabili e invece… ci sentiamo presi in giro. Di certo non è questo il modo di operare”. Sostanzialmente nella nostra città vengono tagliati 4 operativi, quindi da 36 si passa a 34 vigili (compresi i due capireparto non inseriti nelle squadre di soccorso) mentre Pavullo potrà contare solo su 6 unità anziché 7: “un problema, dal momento che il raggio di azione della sede di Pavullo arriva sino al confine con la Toscana e la distanza che separa il comune dell’Appennino da Modena è di circa  60 chilometri”. Per garantire la sicurezza degli operatori, ogni turno dev’essere composto da 7 pompieri ma, considerando i riposi obbligatori, le ferie e le malattie, “non sempre le squadre potranno essere garantite”, prosegue Patrocli. Inconveniente aggirabile grazie all’assunzione dei cosiddetti volontari: “ogni venti giorni su tutta la Provincia di Modena vengono assunte 20 unità. Se tali risorse non caleranno, il personale volontario potrà sopperire alla mancanza di quello permanente, riempiendo le squadre”. Una situazione drammatica e politicamente imbarazzante. I volontari, infatti, costano alle casse dello Stato ben di più dei Vigili del Fuoco permanenti  – un pompiere con 20 anni di servizio raggiunge circa 1.400 al mese di paga ordinaria – ma “i loro contratti a tempo determinato non pongono vincoli al Ministero”.
Ci si domanda, di questo passo, cosa resterà del Corpo dei Vigili del Fuoco e, soprattutto, chi farà il loro specializzato e insostituibile lavoro. Intanto sul fronte carburanti, qualcosa si è mosso. “Finalmente la Regione Emilia Romagna ha stornato i soldi legati all’emergenza del sisma 2012 e i conti aperti con i fornitori sono stati saldati”. Almeno a piedi non resteranno… Per ora.
Jessica Bianchi
 

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