La crisi economica si abbatte anche sulle nostre tavole. Le minori entrate costringono le famiglie a fare quotidianamente delle rinunce, a partire dal carrello della spesa. Ma come sono cambiati i consumi alimentari dei carpigiani? La ricerca della convenienza determinata dalla flessione del potere d’acquisto ha comportato una minore fedeltà al supermercato di fiducia? Ad Alessandro Medici, responsabile della comunicazione di Coop Estense, una delle insegne più forti operanti nel nostro territorio chiediamo:
Come è cambiato il modo di fare la spesa in questo tempo di crisi?
“Dall’inizio della crisi a oggi il comportamento del consumatore è progressivamente variato. Inizialmente (dal 2008/2009), abbiamo assistito a un maggior controllo sulla spesa con la ricerca delle promozioni e una maggiore frequenza dell’acquisto, la riduzione degli sprechi, la scelta delle “private label” a scapito dei prodotti di marca. In una seconda fase (2010), nel consolidarsi di questi comportamenti, la ricerca di convenienza ha spinto i consumatori a un maggior “nomadismo” e quindi una minore fedeltà all’insegna. Con l’aggravarsi della crisi, dal 2012 registriamo un drastico taglio dei consumi da parte di moltissime famiglie, che limitano la quantità e la frequenza degli acquisti in maniera rigida sino al verificarsi nel 2013, di una fase di vera e propria depressione, dove si arriva a intaccare in modo pesante la qualità delle merci acquistate, anche alimentari. A fronte di queste scelte, quasi obbligate, si sono sviluppati però anche altri comportamenti di consumo, sempre più consapevole, come dimostrato dalla crescita nel 2013 della vendita di prodotti biologici (+11%), salutistici e del benessere (+18%), di alimentari di qualità e di nicchia, di prodotti per la cucina in casa come farine, latte, uova e burro (+5,2%)”.
Le persone scelgono l’ipermercato o il supermercato?
“Le tipologie supermercato e ipermercato svolgono funzioni distinte e vedono, nel corso del tempo, andamenti altalenanti che però non possono definire il successo o il prevalere di un modello sull’altro. Decretare, come qualcuno ha fatto, la “fine del modello ipermercato” è profondamente sbagliato. Per quanto riguarda Coop Estense, le grandi superfici di vendita continuano a svolgere un ruolo determinante, per la convenienza e gli assortimenti che esprimono, nonché per la capacità che hanno di attrarre persone da bacini territoriali molto ampi”.
Come si è chiuso il bilancio 2013? E qual è il piano di sviluppo di Coop?
“Il 2013 ha confermato il trend negativo dei consumi che l’Italia, e anche le realtà territoriali storicamente più ricche come l’Emilia Romagna, continuano a registrare da ormai cinque anni. In questo contesto, che vede nel 2013 una flessione negativa di circa il 3% della spesa delle famiglie rispetto all’anno precedente, Coop Estense è riuscita comunque a raggiungere buoni risultati, con vendite complessive che vedono una leggera crescita, pari all’1% sul 2012. E’ evidente, in una situazione così difficile, che la cooperativa non è nelle condizioni di prospettare forti investimenti in termini di nuovo sviluppo, se non nella realizzazione di nuove strutture in alcuni comuni della Provincia, come concretizzazione di piani varati ormai più di 10 anni fa”.
Quali sono le strategie che stanno consentendo alla cooperativa di affrontare il periodo di crisi?
“La cooperativa si sta muovendo da un lato nel confermare e nel rafforzare gli elementi che storicamente contraddistinguono la sua offerta, e cioè la massima attenzione nel garantire convenienza, qualità e sicurezza nei prodotti che vende. Fattore, quest’ultimo, che in tempi di crisi viene purtroppo sempre più messo in discussione anche nel nostro Paese. Dall’altro lato sta investendo per ampliare le possibilità di risparmio in nuove tipologie di offerta e di servizio. Un esempio su tutti è l’ingresso nel settore dei carburanti. Oggi la cooperativa conta 3 distributori in Puglia e uno a Modena, e tutti e 4 stanno dando risultati sorprendenti, naturalmente per la leadership di prezzo che riusciamo a garantire su questo prodotto. Possiamo tranquillamente affermare che le vendite del 2013 hanno tenuto grazie allo straordinario contributo di questa nuova attività”.
Coop Sigonio a Carpi ha rappresentato una sfida dal punto di vista progettuale ed energetico. Tanto che Coop Estense è candidata all’ottenimento, per questo supermercato, della prestigiosa certificazione ambientale Leed. Il riconoscimento è prossimo?
“Sì, tra aprile e maggio arriverà dagli Stati Uniti la certificazione. Quello di via Sigonio sarà il primo supermercato in Italia e il secondo in Europa ad averla. Questo supermercato rappresenta oggi la massima espressione, in termini di innovazione e attenzione all’ambiente, dell’insegna Coop in Italia. Al di là della certificazione, che pure è motivo di grande orgoglio, quello che abbiamo concretizzato in via Sigonio è comunque un atteggiamento, un modo di vivere il territorio, che ci connota da sempre, e cioè il massimo rigore nel pianificare la nostra presenza con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone nel rispetto dell’ambiente”.
Come sta andando il nuovo supermercato?
“Pur nelle forti difficoltà a cui abbiamo fatto riferimento, il nuovo supermercato sta dando buone soddisfazioni e le vendite che genera rappresentano spese aggiuntive e non “strappate” agli altri punti di vendita Coop Estense nel bacino”.
Siete soddisfatti dell’andamento delle vendite dell’iper Borgogioioso?
“Il Borgogioioso è una struttura fondamentale della rete di Coop Estense. Se il 2013 chiude con vendite in leggera contrazione, registriamo però un aumento delle frequenze, misurate nel numero di scontrini battuti (+2%). Questo significa che l’ipermercato viene frequentato molto e continua a essere apprezzato, ma risente ovviamente del minor potere di acquisto delle famiglie”.
Quanto è importante per voi la piazza di Carpi?
“Per noi Carpi ha un’importanza vitale: qui c’è un pezzo fondamentale della storia della cooperazione di consumo emiliana, qui oggi Coop Estense conta quasi 30 mila Soci.
La cooperativa è un’impresa un po’ particolare. Il valore e l’importanza che attribuiamo alle piazze in cui siamo presenti non deriva dai volumi delle vendite generate. La pianificazione della nostra presenza e del nostro sviluppo non segue logiche di massimizzazione del profitto, altrimenti non saremmo presenti in tante realtà dove operiamo. L’obiettivo che cerchiamo di perseguire è quello di mantenere, e se possibile migliorare, la nostra presenza nei territori in cui siamo nati, per consegnare alle future generazioni una cooperativa più solida di quella che abbiamo ricevuto. E’ anche per questo che fanno sorridere le voci che circolano a Carpi su una possibile chiusura dell’Ipercoop Borgogioioso: la Coop è a Carpi da più di 100 anni e vi resterà per almeno altri 100, o almeno finchè i carpigiani lo vorranno”.
E’ vero che guardate con interesse all’area dove ora sorge il Campo Nomadi di via Nuova Ponente per realizzarvi un distributore di carburanti come quello di Grandemilia?
“A riprova di quanto appena detto sull’importanza che per noi ha Carpi, confermo che effettivamente è nelle ambizioni di Coop Estense riuscire a realizzare un distributore di carburanti in città. Sulla sua collocazione, però, non vi è alcuna ipotesi ancora presa in esame come concreta possibilità”.
Jessica Bianchi