Gli esami non finiscono mai

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Un’università di medie dimensioni, in grado di offrire un buon rapporto tra numero di studenti e docenti, ben inserita in un territorio ricco di imprese  da un lato e, dall’altro, un’azienda che investe sui propri dipendenti e dà loro fiducia. E’ questo il modello ottimale dei rapporti tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro emerso dal convegno Scuole e impresa: nuove relazioni industriali, organizzato dai Lions carpigiani insieme a Confindustria Modena e Fondazione CRC, con il patrocinio del Comune, tenutosi la scorsa settimana presso il Cinema Eden. A dialogare con l’economista e docente all’Università di Parma Franco Mosconi, il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Angelo Andrisano e l’amministratore delegato di Tetra Pack Packaging Solutions, Maurizio Cazzarolli. Ed è stato proprio quest’ultimo a spiegare l’impostazione che ha portato la sua azienda a diventare una multinazionale leader mondiale nel trattamento e nel confezionamento degli alimenti. “Quando ho iniziato, a metà degli Anni ’80, nel settore centrale della Ricerca e Sviluppo si contavano 20 addetti: ora il numero è salito a 500, circa la metà dell’intera forza lavoro dell’azienda. Il 27% dei nostri dipendenti è costituito da donne, mentre il 13% è rappresentato da stranieri di ben 33 nazionalità diverse. I valori della nostra azienda sono una visione a lungo termine,  la responsabilità, la libertà dei dipendenti e il divertimento nel fare ciò che facciamo”. In una realtà che, per visione strategica e concezioni sembra appartenere più al Nord Europa che all’Italia, il concetto chiave è quello di un dialogo aperto con i dipendenti. “Un’azienda che vuole eccellere nel mercato deve investire sulle persone e per far questo deve essere disposta ad ascoltarle. Per questo – prosegue Cazzarolli – da più di 10 anni svolgiamo indagini di clima all’interno di Tetra Pack e condividiamo i risultati con i dipendenti”. Questo rapporto di scambio ha portato, negli anni, a eliminare gli orologi dall’azienda e a creare una modalità di lavoro che è flessibile senza essere precaria. “Sono i dipendenti a gestire la propria attività lavorativa. Consci del proprio compito, possono lavorare anche da casa e venire in azienda più tardi. Il valore del lavoro di una persona sta nel contributo che può fornire, non nelle ore che passa in ufficio. Per poter far questo però, occorre dare fiducia alle persone”. Sembra fantascienza, eppure da sette anni Tetra Pack mette a disposizione un asilo nido per i figli dei dipendenti (e per altre persone segnalate in apposite liste comunali), anche nei mesi estivi. Ma non finisce qui: tra i benefit ci sono anche spese mediche, sport, un congedo per maternità e paternità molto flessibile: “una dipendente in maternità non è un costo. E’ una persona che tornerà in azienda arricchita di nuove esperienze umane e ciò rappresenta un valore aggiunto per noi”. Chi sta bene e si sente appagato lavora meglio e i risultati, con un assenteismo al di sotto del 2% (meno della metà della media fornita da Federmeccanica) si vedono. Se un’azienda di qualità dovrebbe vedere nei propri dipendenti risorse su cui investire piuttosto che sottoposti da spremere o, ancora, collaboratori preziosi piuttosto che sospetti da sorvegliare, così un sistema universitario efficace dovrebbe basarsi su tre assi principali, come sottolinea il rettore Andrisano. “Un buon orientamento in entrata, per consentire a tutti di intraprendere il percorso di studi più congeniale; un affiancamento durante gli anni universitari e un orientamento in uscita che permetta di entrare efficacemente nel mondo del lavoro. In questo senso è fondamentale il rapporto con le scuole superiori, per migliorare la preparazione degli allievi che si iscrivono agli atenei”. Tra le lauree più ‘spendibili’, il rettore indica quelle in Medicina e Chirurgia (poiché basate su un sistema a numero chiuso che equilibra in maniera precisa domanda e offerta), Ingegneria, Formazione, Scienze della comunicazione ed Economia. Più problematici invece i titoli di studio nel settore umanistico. Ma che si abbia frequentato Lettere o Medicina, l’errore che non si dovrebbe mai commettere è quello di riposare sugli allori: “nel giro di due o tre anni – chiosa Cazzarolli – le proprie conoscenze diventano obsolete, per questo occorre tenersi aggiornati continuamente”. Che gli esami non finiscano mai potrebbe però essere una realtà non così negativa come si potrebbe pensare.  Un incoraggiamento finale agli studenti presenti in platea è poi arrivato dal professor  Mosconi: “sebbene la crisi si faccia sentire, la Provincia di Modena produce, con meno di 700mila abitanti, 11 miliardi di euro di fatturato da esportazioni ogni anno. Per questo mi sento di dire ai ragazzi che la manifattura di qualità può ancora essere il luogo in cui trovare la propria strada professionale”.
Marcello Marchesini
 

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