“Credo di non ricordare nemmeno cosa ci sia dopo il Teatro Comunale”, commenta il carpigiano diciottenne Raffaele Dargenio. Parole che non lasciano adito a dubbi: il centro storico di Carpi è, oggi, ben lontano dall’essere una meta per i più giovani. Non sempre è stato così. Basti pensare che Deanna Guidi, insegnante di Lingua e Letteratura Italiana e Latina al Liceo Scientifico M. Fanti ricorda: “durante gli Anni Sessanta, la vita si respirava in tutte le vie del centro. C’erano feste, spettacoli di teatro e funamboli in Piazza. Una cultura popolare, per tutti, che oggi manca e dovrebbe essere recuperata, affinché la gente possa godere della bellezza e, allo stesso tempo, trovarsi insieme nel cuore della città. Uno dei ricordi che amo maggiormente è legato alle grandi tavolate che venivano organizzate in via XX Settembre: le persone cucinavano piatti di ogni genere per i passanti, i quali potevano sedersi, mangiare e godersi la compagnia. Oggi il centro è decadente e degradato, molte attività economiche sono state chiuse, penso ad esempio alle numerose banche che, negli Anni ‘80 e ‘90 punteggiavamo i portici. Il centro, purtroppo, non viene più vissuto dai giovani poiché esistono pochi spazi a loro adibiti”.
E gli adolescenti confermano di non avere un rapporto stretto col centro storico poiché non offre luoghi di ritrovo né, tantomeno, attività ricreative adatti a soddisfare le loro esigenze.
La diciottenne Francesca Sacchi rilancia: “sarebbe bello se si organizzassero più frequentemente attività simili a quelle proposte in occasione della riapertura del centro dopo il sisma del maggio 2012. Notti bianche, concerti in ogni angolo e attività di intrattenimento per tutte le età”. Numerosi i ragazzi costretti a “emigrare” verso altre città, soprattutto nel weekend, come aggiunge Raffaele Dargenio: “spesso organizzo eventi in discoteca per la mia compagnia oppure, essendo tutti automuniti, ci dirigiamo perlopiù verso Modena o Reggio Emilia. Diventa problematico trovare qualcosa da fare nelle serate di chiusura dei locali che frequentiamo solitamente e, spesso, ci riuniamo in casa. Difficilmente andiamo in centro: non c’è niente da fare”. Come riportare i ragazzi in Piazza, facendoli sentire protagonisti? “Ci sarebbe bisogno di una sinergia tra il Comune di Carpi e i giovani, affinché gli amministratori comprendano quali sono le reali necessità degli adolescenti”, spiega il professore di Lettere del Fanti, Lorenzo Tinti. “Qualche anno fa – ricorda – alcuni bar fungevano da punti di ritrovo per gli studenti dei vari istituti. Oggi non è più così. I rapporti si fanno sempre più virtuali, inconsistenti e, di conseguenza, i luoghi di aggregazione stanno perdendo il proprio valore storico e culturale”.
Bisognerebbe però porsi un altro tipo di quesito: non c’è niente o non c’è nessuno? Gli adolescenti dovrebbero reimparare a rapportarsi con la “strada”, ovvero capire che non vi è un reale bisogno di nuovi locali cool nei quali passare le serate ma che, con la giusta compagnia, anche una semplice “vasca” può rivelarsi piacevole. Non sarà che il fatto di essere nati in questa città non ci permette di vedere realmente quante opportunità ci offre? D’altronde l’erba del vicino è sempre più verde.
Chiara Cioffo e Tamara Sassi