Volontariato? Sì, grazie

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Nell’Aula Magna del Liceo Manfredo Fanti di Carpi, si  è svolto, lo scorso 5 febbraio, il secondo incontro di avvicinamento al servizio civile riservato alle classi quarte. Scopo dell’intervento, facente parte del progetto Volo, quello di sensibilizzare maggiormente gli studenti circa la delicata tematica del volontariato.
Il progetto – praticabile dai  diciotto ai ventotto anni –  ha un mandato annuale e, una volta terminato, non può più essere svolto.
Il servizio civile viene inoltre assimilato a un vero e proprio lavoro in quanto si è retribuiti, l’esperienza sarà riportata nel curriculum vitae e si segue un programma di trenta ore settimanali.
Oltre alle esperienze “classiche” di volontariato, sono stati presentati programmi di servizio in paesi del Sud del mondo come Brasile, Congo e Bangladesh, dove si è ospitati in strutture italiane e si lavora a contatto con i bambini, oppure in comunità prive di ogni tipo di risorsa o, ancora, nelle favelas. A riportare le proprie testimonianze erano presenti tre giovani, ex studenti liceali. Giovanna Murgotti, 21enne diplomata nel 2012, dopo aver perso la casa in seguito al sisma, ha preferito non proseguire gli studi così da non gravare ulteriormente sulle finanze della propria famiglia. Trovato il bando del servizio civile ha scelto di avvicinarsi a questa realtà e ora, quasi alla fine del suo mandato, racconta la propria esperienza di volontaria presso il Circolo Kalinka di Carpi nel quale svolge un programma di doposcuola per studenti di ogni età, durante le ore pomeridiane, mentre la sera segue la preparazione degli eventi e del servizio bar all’interno del locale.
Differenti invece sono i casi di Sabrina Verciglio e Riccardo Fantuzzi, entrambi volontari presso la Cooperativa sociale Nazareno di Carpi. Sabrina presta il proprio servizio al Centro Emmanuel, lavorando a contatto con persone con gravi disabilità fisiche. Riccardo, invece, presso l’Atelier Mano Libera, assiste giovani e non solo  affetti da disagio mentale, cercando di inserirli nel mondo del lavoro.
Ciò che emerge dalle tre testimonianze è che il volontariato, pur essendo alla portata di chiunque, non è cosa da tutti. Infatti, come aggiunge Riccardo, “una persona dev’essere psicologicamente portata per svolgere questo tipo di compito”.
Terminato l’incontro è stato chiesto ad alcuni studenti del Liceo cosa pensassero riguardo alla possibilità di intraprendere un percorso di volontariato, realtà spesso percepita dai giovani come lontana.
Le studentesse Gaia Basso (4AL) e Giorgia Covezzi (4BL), pur non avendo mai fatto esperienze di volontariato, hanno espresso la volontà di poter un giorno prendervene parte. Il problema avanzato dalle due liceali è quello di “riuscire, oggi, a conciliare lo studio con un progetto di simile portata”. Le due auspicano che, in futuro, gli impegni universitari lasceranno loro il tempo necessario per dedicarsi a un’attività meritoria come il servizio agli altri.
Tamara Sassi
 

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