La Corte dei Pio ha perduto un carpigiano amatissimo: Bruno Dotti è infatti scomparso giorni fa all’Ospedale Ramazzini. Billy, come lo conoscevano tutti, ha lavorato per più di trent’anni in Comune: giardiniere, operatore ecologico, manutentore del cimitero, custode del Museo Monumento al Deportato, usciere dell’Archivio storico. L’ultima mansione svolta insieme a quella di messo e fattorino, è stata quella di custode della sala esposizioni delle ex carceri. Un lungo servizio il suo, a favore della comunità cittadina. Lo ricordiamo attraverso le parole di Mauro D’Orazi che, nel suo ultimo libro La Ruscaroola, nel capitolo dedicato al Cotecchio, scrive: “al Parco era anche in uso la crudele tradizione dal cutecc’ cun la scaarga (cotecchio con la scarica). Lo sventurato che, andava da solo a 20 e che quindi perdeva per tutti, doveva pagare un duro pegno. Veniva fatto sedere a cavallo della panchina, gli si dava in mano il mazzo mischiato e coperto. Mentre, chino, scopriva una carta alla volta alla ricerca del Pigugnino, crudelmente gli altri giocatori lo battevano a mani aperte sulla schiena, finché la carta maledetta non veniva trovata. Mi è capitato solo una volta di assistere alla sconcertante scena, avevo 13 anni, ma mi è rimasto impresso in modo indelebile nella mente. A m viin i sgrisoor, sool a pinsèer èggh!! (mi vengono i brividi solo a pensarci). Anche per questa insana pratica, Fabiìn Carretti mi ha confermato la cosa, ricordandomi che lui (ma chi lo avrebbe detto?) era uno dei protagonisti attivi di questa feroce usanza e che spesso in tre si mettevano d’accordo per giocare tutti contro tale Billy Dotti per farlo arrivare a 20 punti e somministrargli la pena corporale prevista, fra i beceri e sguaiati sghignazzi dei numerosi presenti. Per prolungare la punizione qualcuno ogni tanto toglieva il fantino di spade dal mazzo… Il povero Billy continuò, sadicamente e in piena malafede, a essere sottoposto alla stessa punizione, anche quando seguì una parte dei ragazzi del Parco che si misero a un certo punto a frequentare, con intenzioni non proprio devozionali, l’oratorio di S. Nicolò, dotato di bigliardino, tavoli da gioco… I buoni frati sopportarono per un po’, con amore e pazienza, questi ragazzacci indisciplinati che urlavano e bestemmiavano senza timor di Dio, finché le porte si chiusero e la piccola banda si trasferì al Bar Scacco Matto, all’inizio di Via Guido Fassi”. Arrivederci Billy, con un sorriso, quello che non ha mai abbandonato il tuo volto.
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