La nuova sezione di digestione anaerobica dell’impianto di compostaggio di Fossoli è stata inaugurata ufficialmente sabato 23 novembre. Alla presentazione dell’impianto e al taglio del nastro hanno partecipato i vertici di Aimag e le autorità locali. Il presidente di Aimag Mirco Arletti e il direttore generale Antonio Dondi hanno ricordato l’impegno dell’azienda che, da anni, porta avanti politiche di smaltimento e recupero di risorse dai rifiuti, investendo in tecnologie innovative. Paolo Ganassi, dirigente Servizi Ambientali di Aimag, ha poi spiegato nei dettagli come funziona la nuova sezione anaerobica, che si colloca a monte dell’impianto di compostaggio, e grazie alla quale si ottengono due prodotti: il biogas, da cui si ricaveranno, tramite un cogeneratore, 4,8 milioni di kWh all’anno di energia elettrica, e il “digestato”, che viene conferito alla sezione aerobica dove prosegue il trattamento per diventare compost di qualità. Il risultato raggiunto è anche merito del lavoro di Elisa Semeghini, responsabile area impianti di Aimag, che è intervenuta durante la presentazione per ringraziare le numerose persone adoperatesi nella realizzazione di questo nuovo sistema.
Il sindaco di Carpi Enrico Campedelli ha sottolineato l’importanza dell’impianto per il territorio: “spesso si parla in modo negativo di questa zona di Carpi, per la concentrazione di impianti che si occupano in diversi modi del trattamento dei rifiuti e del recupero di materiali; invece si tratta di una realtà che forse non ha eguali a livello nazionale. Una realtà che dev’essere valorizzata, perché i rifiuti possono diventare un’opportunità: con le scelte giuste si creano posti di lavoro, si recuperano risorse, e tutto questo nel rispetto dell’ambiente e della salute delle persone”. Per il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini è importante che le istituzioni si impegnino per rendere i cittadini più consapevoli dei miglioramenti avvenuti negli anni nei nostri territori grazie alle politiche ambientali locali e alle scelte fatte in materia di gestione dei rifiuti.
All’inaugurazione era presente anche l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli; la Regione ha investito 800.000 euro nella nuova sezione dell’impianto di Fossoli, che è costata complessivamente 8 milioni. L’assessore ha elogiato il lavoro fatto sul nostro territorio in tema di green economy e di smaltimento intelligente dei rifiuti: “questo è un esempio virtuoso, e si colloca nell’ambito della strategia che l’Emilia Romagna sta seguendo; il nuovo Piano dei rifiuti, che la Regione sta sviluppando in queste settimane, va nella direzione del riuso, del riciclo e del recupero dei rifiuti in impianti di qualità come quello di Fossoli, incentivando al massimo la raccolta differenziata e bruciando nei termovalorizzatori la parte di indifferenziato rimanente, in modo da ricavarne energia. Dobbiamo lanciare un’operazione energetico-ambientale forte, con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza regionale e di essere in prima fila in Europa nell’innovazione”.
Muzzarelli ha anche affermato che il nostro esempio dovrebbe essere seguito a livello nazionale: “è assurdo che il nostro Paese spenda milioni di euro per mandare i rifiuti a bruciare in Olanda o in Germania, infrangendo tra l’altro i vincoli comunitari e incorrendo così in sanzioni europee”.
Proprio nei giorni scorsi il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha presentato un ddl, collegato alla legge di stabilità, in cui viene proposto il monitoraggio degli inceneritori a livello nazionale, con l’intento di creare una rete integrata, in modo da sfruttare nel modo migliore gli impianti esistenti. Se approvata, una programmazione di questo tipo potrebbe implicare anche lo smaltimento in Regione di rifiuti provenienti da altre parti d’Italia, e alcuni Sindaci emiliano romagnoli (tra cui il primo cittadino di Modena, Giorgio Pighi) stanno già esprimendo il loro dissenso. Muzzarelli al riguardo è cauto: “noi pensiamo che il Governo dovrà fare prima una verifica con le Regioni, sul piano dei rifiuti e dell’energia, perché noi siamo disponibili a ragionare in un quadro complessivo nazionale, ma riteniamo che tutte le Regioni debbano fare la propria parte per dare risposte sul tema”.
Laura Benatti