“Dovrei essere più sfacciato ma non è nelle mie corde”. Un sorriso timido attraversa il volto del carpigiano Massimo Malavasi, classe 1972, mentre racconta la sua passione per la musica. Un amore profondo il suo, coltivato sin da giovanissimo. Pianista e compositore, Massimo vanta un curriculum straordinario, costellato di grandi successi. “Ho iniziato scrivendo musica sacra, poi sono passato alla magia del teatro, componendo dapprima opere liriche e ora musical. L’ultimo portato in scena è stato Il fantasma di Canterville, liberamente tratto da una novella di Oscar Wilde, a Brescia”. Un mondo di note variegato e poliedrico, quello di Massimo, che lo ha portato a intraprendere una bellissima avventura Oltreoceano, negli States. E’ successo tutto in un attimo, quasi per caso. “Ho mandato una mail a un editore newyorkese, lui mi ha messo immediatamente in contatto con l’autrice americana Katherine Brann Fredricks e mi sono ritrovato in Arizona”, ride. “Chissà se fossi stato meno prudente e ci avessi provato prima… L’idea di recarmi nella patria del musical inizialmente mi intimoriva, in realtà sono stato accolto a braccia aperte. Circondato da grandi professionisti”. Massimo è rientrato a Novi di Modena, dove vive insieme alla moglie nonché cantante jazz Laura Biolcati Rinaldi, il 29 ottobre scorso, da Flagstaff in Arizona, dopo il debutto del musical, di cui ha composto le musiche, Angel of Hell’s Kitchen, tratto dal romanzo storico di Walter Scott, Kenilworth. “Una commedia fresca, leggera, ambientata in una scuola newyorkese moderna che verrà riproposta a primavera a Los Angeles e nella Grande Mela”. Ed è forse proprio questa la differenza più grande tra States e Bel Paese: “in America si respira tra la gente un desiderio di scoperta. Un’apertura al nuovo che in Italia non c’è. Qui è difficile creare delle nuove produzioni: la gente che va a teatro ama i classici e, tendenzialmente, guarda con un certo sospetto gli spettacoli dal carattere più innovativo e originale”. Fondatore di Armonya Nova, gruppo che spazia dalla musica classica al musical, al jazz, Massimo non si sbilancia: “amo in egual misura sia suonare che comporre”. Ma come nasce una melodia tra le mani di un compositore? Quanto pesano estro e mestiere? “Una melodia arriva all’improvviso. Certo, se allo studio e alla concentrazione, si somma anche l’ispirazione, allora tutto diventa più semplice. Spontaneo”. Malgrado i continui tagli alla cultura e alle difficoltà contingenti legati a un periodo economico estremamente complesso, Massimo non molla, al contrario: “in cantiere ci sono già progetti interessanti. Nonostante tutto occorre continuare e crederci con energia ed entusiasmo”. Nella musica come nella vita.
Jessica Bianchi