Tra gli 80 e i 100 miliardi di euro all’anno, il 4% del Pil: a tanto ammonta il fatturato del gioco d’azzardo legale in Italia, tanto da farne la terza industria italiana. Un settore che, con 400mila slot-machine a livello nazionale e una platea di 15 milioni di giocatori abituali – dei quali 3 milioni a rischio e 800mila già patologici – non conosce crisi, neppure in tempi di recessione. Già, perché dietro al luccicante mondo delle sale scommesse, videpoker e gratta e vinci si nasconde spesso una realtà fatta di punti oscuri e spese occulte. Come i 6 miliardi di euro necessari, ogni anno, per curare i dipendenti da GAP, Gioco d’Azzardo Patologico, detto anche ludopatia. Ma non solo: anche la criminalità organizzata è coinvolta nel mondo del gioco, con un giro d’affari di almeno 15 miliardi l’anno e diramazioni da Nord a Sud. Sembra di non poter neppure rispondere, come fece il celebre mugnaio di Potsdam: Ci sarà pure un giudice a Berlino. Pare infatti che a Roma la lobby del gioco abbia molto più peso dei tanti cittadini dal gioco rovinati, delle vite e delle famiglie distrutte. Il sospetto viene guardando alla multa di 98,5 miliardi comminata alle dieci società concessionarie delle slot, ammenda progressivamente ridotta sino alla cifra di appena, se si penda a quella di partenza e al giro d’affari, 611 milioni. Non solo: il Parlamento ha modificato la normativa rendendo ancor più semplice aprire una sala slot ed eliminando i vincoli di distanza da luoghi sensibili, quali scuole ed edifici di culto. Ma se a Roma si piange a Carpi non si ride. Sono ben 18 le sale scommesse attive in città, dieci delle quali hanno aperto i battenti negli ultimi 4 anni, con un picco di 6 nuove entrate nel 2011. Ancora, sono circa 162 i bar che hanno videopoker al proprio interno e, anche se sulle tabaccherie non esistono stime, la possibilità di imbattersi in un’ulteriore occasione di gioco esiste anche per chi si rechi ad acquistare una marca da bollo. D’altra parte ammonta a 1.800 euro l’anno la spesa pro-capite per il gioco d’azzardo in Regione, con 70mila anziani, giovanissimi e stranieri tra le categorie maggiormente interessate. Una montagna di denaro che ha fatto registrare un incremento del 67% tra le imprese specializzate nel settore attive in provincia di modena nel corso dell’ultimo anno. Alla faccia di crisi economica, terremoto e capannoni vuoti. Se l’aspetto economico è interessante, quello del disagio psichico non è da meno: sono 22 i soggetti in cura a Carpi e 9 a Mirandola, per un totale di 31 persone affette da patologie legate al gioco. Si tratta, come sottolinea Pierangelo Bertoletti, psicologo del Servizio dipendenze dell’Area Nord, prevalentemente di individui di sesso maschile e di mezza età, coinvolti soprattutto in gioco alle slot, on-line e gratta e vinci. Ma non ci si faccia illudere dai numeri, relativamente bassi rispetto al giro d’affari. “Il trend è in aumento esponenziale – spiega Bertoletti – e le persone che si rivolgono a noi sono soltanto una minima parte. Questo a causa del disagio legato a recarsi in luoghi come i Sert associati a tipi di dipendenze come quelle da sostanze stupefacenti o alcol, socialmente ancora molto più stigmatizzate”. In realtà, come ha illustrato l’esperto nel corso di un incontro pubblico per creare una rete di sensibilizzazione rispetto al gioco d’azzardo tenutasi nella serata di lunedì scorso presso la Casa del Volontariato, le consulenze richieste, soprattutto dai familiari dei giocatori, ovviamente preoccupati dalla situazione alla quale assistono, sono molte di più. Alla riunione, promossa da Focolarini, Fondazione Cassa di Risparmio, Fondazione Casa del Volontariato e Libera, hanno partecipato vari esponenti della società civile – tra i quali membri di Azione Cattolica, Cooperativa sociale Il Mantello e Cgil – ed esponenti della politica locale. Tra questo il consigliere Paolo Gelli (Pd) che ha illustrato la sua interrogazione sul tema effettuata la settimana scorsa in Consiglio Comunale, insieme a Maria Grazia Lugli (Pd), Cristian Rostovi (Pdl) e al presidente del Consiglio, Giovanni Taurasi (Pd). La neo coordinatrice della Cgil carpigiana Giulia Moretti ha sottolineato come crisi economica e aumento del gioco d’azzardo siano correlati: ci si affida alla fortuna perché i canali tradizionali sembrano non tenere più. “Per il disoccupato, il cassintegrato di lungo periodo, la casalinga o il pensionato che vedono sempre più diminuito il loro potere d’acquisto, la tentazione di giocarsi il presente, venendo meno le aspettative del futuro che sino a qualche anno fa immaginavano e avevano lavorato per progettare, diventa purtroppo un pericolo. C’è poi il rischio di finire nella rete degli usurai o di finanziarie senza scrupoli, che poi spesso applicano tassi usurai a loro volta”. Sul versante delle mafie la situazione non è, poi, certo più rosea: tra i 166 indagati e i 57 arrestati in un’indagine portata avanti la scorsa estate dalla DDA di Napoli contro il Clan dei Casalesi, e in particolare mirata al contrasto del gioco d’azzardo, scommesse illegali e truffe, 41 e 13 persone rispettivamente risultavano residenti in provincia di Modena. Il fatto dunque che a Carpi e sul territorio stia dunque nascendo Non giocarti il futuro! una rete che cercherà di contrastare il dilagare del gioco nella società, non può che essere una notizia positiva. Tra i primi impegni assunti dai promotori, quello di contribuire alla raccolta firme per una proposta di legge che possa regolamentare con più efficacia il settore, concedendo agli enti locali più poteri in tal senso, e un incontro pubblico, il 14 prossimo dicembre, che si svilupperà in un dibattito con Don Armando Zappolini, portavoce della campagna nazionale Scommetti che smetti e in uno Slotmob nei due bar che, in città, hanno rinunciato ad avere slot-machine al proprio interno. Perché magari queste scintille, insieme agli altri primi segnali positivi che si iniziano a intravedere, diano origine a un incendio. Un incendio che illumini le persone nella consapevolezza che affidare alla sorte il proprio futuro non è certo il modo migliore per assicurarsene uno degno di questo nome.
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