L’Ausl scivola su una buccia di banana

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Se ancora qualche carpigiano avesse dubbi circa la considerazione che a Modena hanno del nostro ospedale, la vicenda delle sale operatorie inaugurate a maggio e non utilizzabili non lascia scampo a interpretazioni alternative. Poco importa che il direttore generale Azienda Usl di Modena, Mariella Martini si affretti a precisare che si scusa con la comunità carpigiana, “pur avendo la consapevolezza di aver fatto il massimo per evitare ritardi”, perché sono passati cinque mesi e il blocco operatorio non è ancora pronto per l’uso.
Nel giorno dell’inaugurazione, il 31 maggio, c’erano tutti: il presidente della regione Errani, l’assessore regionale Lusenti, il direttore Martini insieme alle altre autorità ma “tagliato il nastro è calato il sipario sulle nuove sale operatorie del Ramazzini” ha commentato Cristian Rostovi del Pdl di Carpi, sollevando la questione.
Infatti i medici di Carpi sono costretti a operare nelle vecchie sale operatorie non potendo utilizzare quello che l’Ausl definisce “il blocco operatorio più moderno nella nostra Regione”. Come mai? si chiede Rostovi.
“I problemi – spiega l’Ausl – sono stati determinati da una grave negligenza dell’impresa appaltatrice alla quale sono stati affidati i lavori perché non ha provveduto alla completa consegna di una serie di documentazioni obbligatorie indispensabili per avviare i collaudi tecnico funzionali”.
A questo punto è lecito chiedersi come mai si sia deciso di procedere con l’inaugurazione senza avere tutte le certificazioni necessarie ma l’Ausl spiega che “in quella data era avvenuta la consegna dell’opera, termine che sta a indicare che i lavori sono sostanzialmente completati, a meno di dettagli marginali”. Dove marginale sta per secondario, trascurabile non sicuramente tale da ritardare di cinque mesi l’avvio delle nuove sale operatorie.
Per Rostovi è inaccettabile “strumentalizzare a fini propagandistici la sanità: per far credere che in Emilia tutto si sia ripreso, si fingono inaugurazioni e tagli del nastro. La realtà è ben diversa”.
Ancora il direttore Martini assicura che “la tabella di marcia prevede che i primi interventi chirurgici siano eseguiti all’inizio del nuovo anno” ma poi precisa “sempre che non ci siano ulteriori imprevisti” dove imprevisto sta per inconveniente, contrattempo.
Sara Gelli

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