“Non accontentatevi dei pettegolezzi di provincia”

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Straordinaria e pericolosa. Con questi due aggettivi potremmo definire l’informazione fai da te secondo Gad Lerner, il giornalista che, ospite della Festa del racconto, ha spiegato a una numerosa platea di studenti e non solo, cosa siano diventate oggi, nell’era di Twitter e dei social network, l’informazione e la comunicazione. “Mai come oggi, a ciascuno di noi è data la possibilità di far da sè, nel campo dell’informazione. Ma è un terreno scivoloso. Può drogarvi o, come è accaduto a molti miei colleghi, farvi montare la testa. Io – spiega Lerner – dopo vent’anni ho deciso di chiudere coi talk show. La televisione può rincitrullire: quando la tua faccia diventa nota, il rischio di diventare mitomani è alto. Visibilità non significa merito”. Pericolo che anche i social presentano: “vi basta pubblicare una fotografia o una frase in bacheca per avere un seguito. La domanda è: a cosa vi serve? Cosa ve ne fate di quel seguito? La condivisione è un concetto bellissimo quando si concretizza attraverso relazioni autentiche e senso di comunità ma quel che avviene, mediato da un Pc, è un surrogato virtuale. E’ il frutto della propria solitudine”. Di fronte alla propria tastiera, servendosi spesso di un nickname, molti sfruttano l’anonimato per lanciare in rete la propria rabbia, la propria frustrazione, il proprio odio, prosegue Gad Lerner, dicendo cose che non avrebbero mai “il coraggio di pronunciare in pubblico, poiché incapaci di gestire il conflitto, la reazione dell’altro” Dopo anni di televisione, ammette il giornalista, “ho 70mila persone che mi seguono sulla mia pagina Facebook e 158mila su Twitter. Chiamarli amici o followers mi imbarazza profondamente. Credo che occorra fare un uso modico e prudente di questi strumenti poiché non potranno mai sostituire l’autenticità di una relazione nella quale ci si tocca, dove occorrono coraggio per gestire il dolore del conflitto e il desiderio di mettersi in discussione”. Secondo Lerner vi sono due modi di usare la Rete: con pigrizia o criticità. “I pigri sono quelli che leggono un riassunto su Wikipedia e pensano di aver letto un libro. Sono le facili prede delle frasi ad effetto lanciate in rete”. Poi ci sono coloro che, al contrario, fanno un uso intelligente di Internet, “costruendosi il loro giornale su misura, auto organizzando le notizie”. Ma come difendersi dalle segnalazioni false che popolano la Rete? Semplice, ribatte Lerner: “usando l’attrezzatura di cui il nostro cuore e il nostro cervello sono dotati per mantenere sempre una visione critica”. L’invito che il giornalista fa, soprattutto ai più giovani, è chiaro: non fermatevi alla battuta, alla faciloneria, ai proclami. Andate oltre. “Non fermatevi mai. In rete se qualcuno fornisce una notizia strumentale o manipolata, quasi in tempo reale arriva la smentita. Se siete capaci di cercare su Internet c’è l’antidoto al pressapochismo e alla falsità”. Ma oltre a usare il cervello, Lerner invita i ragazzi a vivere la bellezza insita nelle relazioni significative. “Non limitatevi a spettegolare sui social sul vostro microcosmo, al riparo dei vostri schermi o dei vostri telefonini. Perchè questa solitudine è una forma di rassegnazione. Andate oltre il provincialismo. Interessatevi al mondo. All’altro. Non accontentatevi”. Mai!
Jessica Bianchi

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