Buchi neri

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E’ da tempo, troppo tempo, che quella strada, la Romana nord, presenta criticità. E non si tratta di piccole buche che rendono disagevole il transito. Qui si parla di veri e propri crateri e avvallamenti che rendono pericolosa la circolazione. Gli abitanti di Fossoli e Novi, che spesso la utilizzano per raggiungere la vicina Carpi, lo sanno bene. Dopo il tragico incidente stradale che ha provocato la morte del 15enne Andrea Depietri si rimane “basiti” nel leggere, nel comunicato stampa della Provincia, le parole di Egidio Pagani, assessore provinciale alle infrastrutture, quando sostiene che, “ogni volta che succedono incidenti così tragici, siamo chiamati a riflettere su come intensificare ulteriormente il nostro impegno sul fronte della sicurezza stradale. Soprattutto in tratti come questo, dove occorrono una cura costante e un’attenzione quotidiane a causa delle difficoltà di tenuta del fondo”. In realtà le istituzioni, di fronte a una situazione ben nota – le condizioni della strada sono infatti sotto gli occhi di tutti e le criticità vengono denunciate da tempo anche attraverso numerosi servizi sulle pagine del nostro settimanale – hanno la responsabilità precisa di intervenire ed evitare che succedano simili tragedie. Di prevenirle. “Hanno fatto un bel lavoro un anno fa – ci dice un pendolare novese – poi sono tornate nuovamente le buche e gli avvallamenti. E’ una strada pericolosa. D’altronde siamo al confine tra diverse province e, come sempre, al confine le cose arrivano per ultime”.
“Non sono riusciti a trovare una soluzione in 50 anni; ne passeranno altri 50 vista l’Italia del momento. Gli interventi? Dove sono i risultati? Sì, li fanno, ma dopo due mesi la situazione torna esattamente quella di prima”, aggiunge un novese che abita su quella strada. “La Romana è una buca continua, molto, molto pericolosa, soprattutto per le due ruote”, prosegue una signora. A Novi di Modena tutti la pensano così. Per questa ragione abbiamo interpellato l’assessore provinciale ma Pagani sostiene che il problema è il fondo argilloso, il quale cede in base alle diverse condizioni meteorologiche. Occorrerebbe realizzare una sorta di viadotto, ma ci vogliono troppi soldi, decine di milioni di euro. Per cui si procederà con interventi mirati, tipo quello realizzato nel corso del 2012, ovvero l’iniezione di resine nel sottosuolo (costo 2 milioni di euro in un tratto di appena due chilometri).
Visto che questi interventi sono comunque particolarmente onerosi, perché non mettere mano all’unica soluzione possibile? Se con il viadotto si risolve il problema, nel giro di qualche anno non si dovrebbero riuscire ad ammortizzare i costi, dal momento che, a quel punto, non sarebbero più necessari continui interventi strutturali? “La Provincia ha investito – afferma Pagani – ma è chiaro che non ha 50, 60- o 70 milioni di euro da mettere lì e di chiudere la strada 3 o 4 anni per fare viadotti”.
E allora si rassegnino novesi e fossolesi: le buche ci saranno sempre, al massimo potranno sparire per qualche mese, ma poi tutto tornerà come prima. Per non parlare del periodo invernale quando sale, ghiaccio e neve non fanno che aggravare la situazione. Che la condizione delle arterie della Provincia sia preoccupante lo dimostra il fatto che il prefetto di Modena, Michele Di Bari, abbia chiesto alla Polizia Stradale di svolgere approfondite verifiche al fine di predisporre una mappa delle principali criticità della rete stradale del territorio. Ma se vale il detto, mal comune mezzo gaudio, allora i modenesi possono consolarsi. Proprio in questi giorni è stato reso noto il rapporto Confesercenti-Ref che piazza il Belpaese all’82esimo posto nella classifica mondiale per la qualità delle infrastrutture. L’Italia è dietro Kenya, Uruguay e Botswana.
Federica Boccaletti