Si è svolto ieri, giovedì 3 ottobre, lo sciopero di otto ore indetto da Filt/Cgil di Modena e Reggio Emilia delle lavoratrici delle cooperative di Mondo Consorzio di Carpi per rivendicare il rispetto dei tempi di pagamento delle retribuzioni.
Coinvolti dallo sciopero circa 150 addetti in prevalenza donne che hanno anche dato vita anche al presidio davanti alla sede amministrativa del Consorzio in via Avanzini a Carpi.
Mondo Consorzio gestisce appalti per conto di un’azienda di servizi nel campo del tessile-abbigliamento, che a sua volta lavora per grandi firme della moda in provincia di Modena e Reggio Emilia.
“Da circa un anno – spiegano Cesare Galantini e Sabrina Giovannelli di Filt/Cgil di Modena e Reggio Emilia – si verificano ritardi e irregolarità nei pagamenti e mancato rispetto dei diritti delle lavoratrici”. “Inoltre, – proseguono i sindacalisti – manca una vera e propria realtà societaria con partecipazione dei soci-lavoratori, e vi è un rapporto poco trasparente tra gli uffici di Mondo Consorzio e i dipendenti. Ancora, si verificano travasi di lavoratori tra le varie cooperative del Consorzio senza conservazione dei trattamenti acquisiti (livelli, anzianità, ecc…) oltre a veri propri licenziamenti immotivati”.
I sindacati Filt/Cgil di Modena e Reggio Emilia hanno tenuto negli ultimi mesi numerosi incontri con la proprietà del Consorzio cercando di trovare soluzioni alle problematiche.
Prima dell’estate, l’azienda, avanzando problemi economici, ha chiesto di spostare la data di pagamento delle retribuzioni dal 20 al 25 del mese, scelta su cui le lavoratrici e i lavoratori si sono espressi positivamente.
Una volta siglato l’accordo con i sindacati, il Consorzio lo ha però disatteso tanto che ad oggi mancano ancora parte delle retribuzioni di settembre.
Ieri spontaneamente i lavoratori hanno deciso l’azione di lotta a seguito della quale è stato fissato un nuovo incontro con la proprietà oggi pomeriggio alle ore 16. I sindacati auspicano di arrivare a una soluzione che consenta la regolarità dei pagamenti anche in considerazione delle difficili condizioni di diversi lavoratori che faticano ad arrivare alla fine del mese, donne sole con figli, lavoratori immigrati che devono pagare l’affitto/mutuo, madri-lavoratrici sole che non riescono a far fronte alle spese scolastiche dei figli.