Morelli – Rossi: scontro a Palazzo

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Strascichi polemici accompagnano a distanza di alcuni mesi la questione della cena a Palazzo Pio del 17 maggio scorso denominata Starlight e il disvelamento di alcuni retroscena riporta lo scontro entro gli stretti confini comunali.
Il grillino Andrea Losi, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, ha una parte da comprimario avendo portato alla luce i documenti della querelle che vede contrapposti Simone Morelli, assessore al centro storico, e Manuela Rossi, direttrice dei Musei: il primo favorevole fin da principio all’iniziativa della cena a Palazzo; la seconda contraria.
Per Morelli, “non è un caso che grandi gallerie, palazzi e luoghi culturali scelgano di aprirsi per ospitare momenti di intrattenimento, conviviali, commerciali o organizzati da privati”, mentre Manuela Rossi durante l’evento del 17 maggio resta al telefono 17 minuti per convincere i vigili urbani a intervenire per cacciare i profanatori dal tempio.
Per Morelli il dj set è un concerto, per la Rossi una discoteca. Per la direttrice “la capienza massima dello spazio di 600 persone è stata ampiamente superata”, per l’assessore “c’erano persone che entravano e uscivano. Il cortile può contenere 600 persone”. Per il primo, “la Polizia Municipale dopo essersi recata sul posto e aver fatto le verifiche non ha preso provvedimenti”; per la seconda “la Polizia municipale ha parlato con gli organizzatori ma non è entrata a verificare quanto richiesto dalla mia telefonata”.
Per Morelli “gli organizzatori avevano notificato, ai fini igienico – sanitari, che durante l’evento sarebbero state somministrate bevande alcoliche e il loro pagamento avveniva fuori dal complesso di Palazzo Pio; per la Rossi “gli organizzatori hanno venduto e somministrato in punti bar bevande a pagamento ai presenti, oltre a non essere stata dichiarata, richiesta e autorizzata, la cosa è vietata nel regolamento di utilizzo del Palazzo”.
Per l’assessore “non esiste una denuncia che rilevi atti illegali e contrari alla pubblica decenza”; per la direttrice “si sono svolti atti che possono configurarsi come reato, sia di natura sessuale che di danneggiamento del patrimonio storico artistico”.
Il report della ditta incaricata di pulire parla di danni alla pavimentazione sporcata da cibi e bevande, scritte a pennarello nei bagni pubblici (ma potrebbero essere precedenti) e di sganciamento di alcuni fili antipiccione per un costo di 1.900 euro a carico degli organizzatori dell’evento.
Per la Rossi il regolamento di Palazzo Pio è stato violato, per Morelli va cambiato: insomma, due diversi modi di vivere gli spazi culturali. Lo scontro è tutto interno al Comune di Carpi ma, essendo a fine mandato, il sindaco Campedelli non se la sente di incrinare delicati equilibri tra assessorati e relativi dipendenti, preferendo la linea del silenzio. A svelare molto di più è la voce che circola insistente, secondo la quale Simone Morelli dovrebbe trovare conferma nella prossima Giunta e, oltre al Centro storico, dovrebbe avere la delega alla Cultura.
Sara Gelli

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