In Provincia di Modena, 8 persone su 10, con una prevalenza di donne, hanno avuto almeno un attacco di mal di testa nella vita. Ma in cosa consiste esattamente questa patologia? Quanto incidono stress e ritmi incalzanti? Esistono delle terapie per far fronte alle invalidanti forme croniche? Lo abbiamo chiesto al professor Luigi Alberto Pini, direttore del Centro Cefalee dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena.
Professor Pini, tutti, almeno una volta nella vita hanno asserito di avere avuto mal di testa. Ma cosa si cela dietro a questa espressione?
“L’emicrania è una malattia sostanzialmente ereditaria che si manifesta con crisi importanti e invalidanti. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha classificato l’emicrania, nelle sue forme più gravi, al nono posto tra la patologie più invalidanti, poiché fa perdere alle persone decine o, a volte, persino centinaia di giornate di vita normale ogni anno. Il mal di testa comprende oltre 100 diversi tipi di cefalee che possono essere suddivisi sostanzialmente in due gruppi: cefalee primarie che non hanno altre cause e secondarie, derivanti da altre problematiche”.
Quanto incide lo stress nell’insorgenza delle cefalee?
“Mi dica quando non incide… Non vi è malattia che non venga influenza dallo stress. Questo però non significa che tale malattia sia un’invenzione del paziente”.
Dal vostro osservatorio quante sono in Provincia di Modena le persone vittima di attacchi di cefalea? Vi è un target maggiormente colpito?
“Nel modenese il 12% della popolazione generale soffre di emicrania. In provincia almeno 6mila persone soffrono di forme di cefalea importanti, spesso invalidanti in modo rilevante. Il quadro statistico si completa con un 1% di persone che soffrono di forme di cefalee croniche e uno 0,5%, un individuo su duecento, che soffre di cefalea definita a grappolo. Le donne sono più colpite (2 a 1 rispetto agli uomini) perché l’emicrania è sensibile agli ormoni, soprattutto agli estrogeni, i quali modificano la sensibilità dei recettori del dolore. Il picco si manifesta intorno ai 30 anni ma il mal di testa colpisce persone dai 18 ai 60 anni anche se, con il progressivo allungamento della vita media, assistiamo all’insorgenza tardiva di cefalee negli over 65”.
Cosa sono i triptani?
“Sono farmaci specifici, molto efficaci nel trattamento dell’emicrania e delle cefalee a grappolo. Sono estremamente potenti ed efficaci e, globalmente, molto sicuri. Malgrado le loro controindicazioni, se usati in modo corretto, sono più sicuri di altri farmaci”.
Il Centro cefalee dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena è tra i primi centri a livello italiano e ha contribuito in modo significativo alla ricerca scientifica nel campo delle cefalee, mettendo a punto protocolli di studio innovativi come l’uso del nabilone e della tossina botulinica nel trattamento delle cefalee. In cosa consistono tali terapie?
“Il nabilone è un farmaco sintetico, dall’azione antidolorifica simile a quella della cannabis, che viene utilizzato per trattare le cefalee croniche, mentre la tossina botulinica è impiegata per l’emicrania cronica”.
Il Centro ha una particolare esperienza clinica e scientifica nel trattamento delle cefalee croniche e associate ad abuso di analgesici. Come l’eccessivo uso di farmaci può incidere sulla patologia?
“Gli attacchi episodici di emicrania, se trattati con i farmaci giusti – triptani o analgesici – possono essere controllati. Il dolore fa male al cervello e può avere, se cronico, conseguenze sulla sua stessa funzionalità. L’obiettivo è quello di usare farmaci meno dannosi per l’organismo onde evitare che il dolore si cronicizzi poiché se ciò accade, aumenta la sensibilità al dolore. Sgomberiamo il campo da equivoci: chi soffre di mal di testa forte e deve assumere farmaci tutti i giorni, o quasi, non è un drogato. E’ una persona con un dolore cronico”.
Pensa sia possibile l’apertura di un centro cefalee anche a Carpi?
“Tra poche settimane sarà operativo il Piano di sviluppo dei Centri Cefalee in Regione nel quale è previsto un ambulatorio per l’Area Nord. Tanti pazienti che si recano da noi provengono da Carpi speriamo di potervi attivare un centro”.
Jessica Bianchi