“Il peggio è già accaduto”

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Se non ci fosse stato vento, il fumo avrebbe comportato una maggiore ricaduta di inquinanti sul nostro territorio? Se l’impianto fosse stato più grande, l’incendio avrebbe potuto raggiungere le nostre case? Se fosse stato inverno come avrebbero reperito l’acqua i Vigili del Fuoco? E’ vero che ad andare in fiamme è stato anche un nastro trasportatore di gomma, la cui combustione produce diossina? Sul posto c’erano anche dei mezzi per il trasporto e la compressione dei rifiuti: quante gomme sono bruciate in tutto? Una litania di “se” e di “ma” quella cui abbiamo assistito, il 10 settembre, in occasione dell’assemblea pubblica indetta a Fossoli, dall’Amministrazione comunale per fare chiarezza sulle conseguenze del terribile rogo che, il 24 agosto, è divampato nell’impianto di separazione di rifiuti, Ca.Re, la partecipata dalla società pubblica Aimag. La numerosa platea accorsa al Circolo La Fontana ha ricordato l’ansia e la paura provate di fronte alle violente fiamme e alla densa colonna di fumo nero che si avvicinava alle case. “Stavolta l’abbiamo messa bene, i dati delle analisi sono positivi, ma cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Con quali rischi potenziali dobbiamo convivere?”, chiedono i residenti. “Il peggio – spiega William Maccagnani, direttore generale di Ca.Re – è già accaduto in quanto l’incendio è stato devastante e ha provocato enormi danni alla struttura muraria che dovrà essere in parte abbattuta, e all’impianto tecnologico in larga parte inutilizzabile. Grazie alle dotazioni antincendio e alla nostra riserva d’acqua che ha retto per due ore, dopodiché la Bonifica ce ne ha data altra (l’acqua impiegata è stata raccolta e conferita presso il depuratore di Carpi dove è stata campionata, analizzata e reputata non pericolosa) siamo riusciti a contenere i danni ma il vento maledetto di quella sera ha reso difficili le operazioni di spegnimento, continuando ad alimentare il rogo. Anche noi abbiamo avuto paura: ci tremavano le gambe al pensiero che qualcuno dei nostri lavoratori fosse morto sotto al capannone. Siamo sbiancati a ogni scoppio temendo che porzioni dello stabile crollassero sui Vigili del Fuoco. Tutto ha funzionato: i pompieri sono arrivati in modo tempestivo, i carabinieri hanno bloccato la strada, i volontari della Festa dell’Aratura sono venuti a darci da mangiare. Tutti noi siamo rimasti lì, dipendenti e consiglio direttivo di Ca.Re: una notte insonne, passata a “tabaccarci” quel denso e acre fumo nero, aspettando che il peggio passasse, che le fiamme fossero finalmente sedate. Al termine delle loro indagini,Vigili del Fuoco e Magistratura ci diranno cosa è accaduto, quali cause hanno scatenato l’inferno, (al momento i filmati della videosorveglianza sono al vaglio del magistrato) quel che sappiamo è che gli incidenti possono accadere e noi abbiamo fatto tutto il possibile per arginarne le conseguenze. Se riapriremo investiremo ulteriormente in prevenzione: in gioco ci sono il nostro posto di lavoro e la sicurezza nostra e dei nostri vicini”. Tra il pubblico una voce si leva: “sono andati in fumo milioni di soldi pubblici e ora cosa farete, socializzerete le perdite?”. A rispondere è nuovamente Maccagnani: “Ca.Re è assicurata per un patrimonio di oltre 5 milioni di euro. Confidiamo quindi di poter contare su un lauto risarcimento e qualora terzi abbiano avuto danni, la polizza copre anche loro”. Durante l’assemblea – alla presenza del sindaco Enrico Campedelli e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Carpi, Simone Tosi – Vittorio Boraldi, dirigente della Sezione Provinciale di Arpa Modena e Stefano Galavotti del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Modena si sono invece soffermati a lungo sull’impatto ambientale e sulla salute provocato dall’incendio. “Non vi è alcun pericolo per la salute. Il problema diossina non esiste”, spiega Galavotti. “I risultati delle analisi sui campioni di particolato atmosferico prelevati nelle stazioni della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria di Carpi e Guastalla – spiega Boraldi – non hanno evidenziato differenze nelle concentrazioni di diossina fra le giornate antecedenti l’incendio (22 e 23 agosto) e quelle successive (24 e 25 agosto). I livelli di diossina registrati sono ampiamente nel range stabilito dalla letteratura scientifica per i centri urbani”.
Arpa ha effettuato inoltre campionamenti di terreno nelle aree in cui si poteva presumere una maggiore probabilità di ricaduta degli inquinanti prodotti nel corso dell’incendio. “Sono stati prelevati dieci campioni – prosegue Boraldi – che hanno interessato le principali direttrici di ricaduta, sia in vicinanza dell’area dell’incendio (300 metri) che a distanze maggiori (800 metri, 2 chilometri e oltre in Provincia di Reggio Emilia). Le analisi dei suoli hanno evidenziato concentrazioni ampiamente al di sotto dei valori limite”. Insomma nello stabile di Ca.Re giunge solo plastica nobile e non Pvc quindi, conclude Galavotti, “non essendo andati a fuoco materiali contenenti cloro, sin da subito era intuibile che non vi fosse rilascio di diossina. Tutte le analisi lo hanno confermato. Non vi è alcune allarme”.
Jessica Bianchi