I risultati delle analisi sui campioni di particolato atmosferico prelevati nelle stazioni della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria di Carpi e Guastalla non hanno evidenziato differenze quali – quantitative nelle concentrazioni di policloro dibenzo diossine (PCDD), policloro dibenzo furani (PCDF) e IPA (idrocarburi policiclici aromatici) fra le giornate antecedenti l’incendio (giovedì e venerdì 22 – 23 agosto) e le giornate in cui si è verificato l’evento ( sabato e domenica 24 – 25 agosto).
Gli IPA (il valore limite per la qualità dell’aria è riferito al solo benzo pirene) rilevati risultano ampiamente al di sotto dei valori limiti fissati dalla normativa. Poiché differentemente dagli IPA per le policloro dibenzo diossine (PCDD) e i policloro dibenzo furani (PCDF), la normativa non prevede valori limite per la qualità dell’aria ambiente, occorre riferirsi ai dati di letteratura. Le concentrazioni rilevate in entrambe le stazioni rientrano nell’intervallo indicato dall’APAT e da altri studi in ambito comunitario.
Arpa ha effettuato inoltre campionamenti di terreno nelle aree in cui, sulla base delle elaborazioni modellistiche, si poteva presumere una maggiore probabilità di ricaduta degli inquinanti prodotti nel corso dell’incendio. Sono stati prelevati dieci campioni, che hanno interessato le principali direttrici di ricaduta, sia in vicinanza dell’area dell’incendio (300 metri) che a distanze maggiori (800 metri, 2 km e oltre in Provincia di Reggio Emilia). Le analisi dei suoli, sia per le diossine e furani che per gli IPA (sia totali che singolarmente determinati), evidenziano anche per questa matrice concentrazioni ampiamente al di sotto dei valori limite per i suoli a destinazione residenziale e verde pubblico.