Lo sviluppo che vorrei

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Martedì 21 maggio, nella prestigiosa cornice di Palazzo Foresti, si è svolta la cerimonia di premiazione delle sei scuole medio superiori vincitrici del concorso nazionale Lo sviluppo che vorrei, bandito da Articolo novantanove, l’associazione degli ex consiglieri del Cnel, con il sostegno di Banca popolare dell’Emilia Romagna per promuovere nelle giovani generazioni un approccio progettuale allo sviluppo dei propri territori. L’Itis Leonardo da Vinci di Carpi, con la classe 5A F.A.S.E guidata dal professor Paolo Bussei, si è aggiudicato il primo premio per la Provincia di Modena. La cerimonia ha visto la partecipazione degli studenti, del docente che ha svolto la funzione di tutor del progetto Bussei, e del dirigente scolastico dell’istituto, Gloria Cattani. Erano presenti il vice presidente di Bper, Alberto Marri, e il presidente di Banca di Sassari, Ivano Spallanzani, già consigliere del Cnel, che hanno consegnato gli attestati di merito di Articolo novantanove, ritirati dagli studenti Elena Reggiani e Samuele Galavotti. Hanno partecipato alla cerimonia anche il dottor Luca Pasquali per l’Università di Modena e Reggio Emilia, la professoressa Patrizia Pellacani, presidente della sezione Modena-Reggio Emilia dell’Associazione nazionale presidi, il cavaliere del lavoro Sauro Malagoli e i rappresentanti delle associazioni economiche Franco Rubbiani (Lapam-Federimpresa) e Barbara Bulgarelli (Cna). L’iniziativa, rivolta agli studenti delle classi quarte e quinte degli istituti di istruzione di secondo grado, ha visto per l’anno scolastico 2012/2013 la partecipazione di 15 classi delle province di Foggia, Modena, Nuoro, Palermo, Roma e Treviso. Il progetto vincitore della 5A F.A.S.E è partito dall’analisi della situazione economica delle famiglie del distretto carpigiano in questi ultimi 5 anni, analisi che ha messo in evidenza come, a fronte di una forte contrazione dei consumi non dissimile da quella del secondo dopoguerra, non si siano contestualmente ridotti gli sprechi, soprattutto nel comparto alimentare. Da questo dato di partenza, il progetto ha posto attenzione all’importanza di limitare lo spreco e il superfluo, con particolare riguardo a sicurezza, salubrità, rispetto dell’ambiente ed eticità dei prodotti acquistati: Calare le quantità per difendere le qualità anche locali è lo slogan che può sintetizzare l’idea di fondo. Gli studenti hanno così progettato la creazione di una Cooperativa ecosostenibile recupero alimenti (Cera): suddivisi in gruppi, hanno sviluppato il logo, si sono interessati di trovare aree plausibili che potessero fungere da punto vendita, hanno studiato e sintetizzato il contesto economico locale. Cera vuole recuperare le eccedenze alimentari o il non venduto, poiché ritenuto non idoneo alla grande distribuzione, aggregare o associare i piccoli coltivatori o produttori della zona nella vendita dei loro prodotti e, infine, vendere il prodotto sfuso, recuperando l’idea di comprare solo quanto è davvero necessario. Come dirette conseguenze di queste azioni si prevederebbe di ottenere una riduzione sensibile dello spreco di cibo, con enormi vantaggi in termini economici, oltre che ambientali. La disponibilità di prodotti di filiera corta, che non rientrano nei parametri della grande distribuzione, aggiungerebbe un valore fortemente sociale all’intero progetto, garantendo a tutte quelle persone che hanno minori disponibilità economiche prodotti di ottima qualità a un prezzo accessibile. Altro punto fondamentale del progetto del Vinci, sarebbe la riduzione degli imballaggi: ogni cliente avrebbe a disposizione appositi contenitori riutilizzabili per l’acquisto di generi alimentari sfusi, dietro il pagamento di una piccola cauzione. L’Amministrazione Comunale di Carpi ha espresso interesse verso la proposta degli studenti, intravedendone una potenziale applicabilità sul territorio.

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