La mia vita a Passau

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In un quadro di crisi economica diffusa, per i giovani diventa sempre più importante annoverare nel proprio curriculum vitae un periodo di formazione all’estero, e così la 23enne carpigiana Monica Santi ha preso la decisione di partire alla volta di Passau, in Baviera, nell’ambito del progetto di mobilità Erasmus. “Dopo aver conseguito la Laurea Triennale in Economia – ha raccontato Monica – mi sono iscritta al corso di Laurea Specialistica in Finanza e Risk Management, e ho sentito l’esigenza di intraprendere un’esperienza di studio all’estero. Così sollecitata anche dai professori, che non perdono occasione per sottolineare l’importanza di studiare in un Paese straniero, ho deciso di partecipare al progetto Erasmus. Inoltre, per quanto riguarda i miei studi, sia dalle banche che dalle imprese, è richiesta almeno un’esperienza all’estero. Che si tratti di uno stage o di un Erasmus poco importa, l’importante è dimostrare di essere stati in grado di adattarsi in un contesto diverso dal nostro, e di avere imparato bene una lingua straniera. La mia scelta è ricaduta sulla città di Passau, che si trova a un’ora di macchina da Monaco di Baviera, per la possibilità di studiare due lingue: inglese e tedesco”.
Come si svolge la giornata di uno studente Erasmus a Passau. Come è scandita la tua?
“Al mattino la sveglia suona molto presto perché qui in Germania le lezioni iniziano alle 8 e trascorro la maggior parte della giornata in università tra lezioni, pranzo in mensa e studio in biblioteca. Alla sera, generalmente mi trovo con altre ragazze del progetto Erasmus per cenare insieme e stare in compagnia. Il fine settimana è poi dedicato al riposo e divertimento. Infatti, i tutor della facoltà organizzano spesso feste, ritrovi e gite per noi studenti. In pratica non siamo mai soli. Mi trovo benissimo con gli altri ragazzi Erasmus e con i ragazzi tedeschi che ho conosciuto a lezione. C’è molta disponibilità e cooperazione da parte loro”.
Quali sono i pregi di questa esperienza?
“Sicuramente il fatto di dover imparare ad arrangiarsi da soli in un Paese di cui non si conoscono la lingua e le abitudini. È un’esperienza che fa crescere, e non solo dal punto di vista delle conoscenze e delle competenze che si possono acquisire, ma anche perché responsabilizza e rende più autonomi”.
Come giudichi la situazione dei giovani in Italia oggi? Quali ambizioni, speranze e timori hai?
“Mi spaventa la precarietà. La maggior parte dei contratti sono stage o a tempo determinato e, purtroppo, a farcela non è soltanto chi ha i meriti, ma chi ha le conoscenze giuste. Sarebbe importante creare un rapporto tra università e imprese attraverso l’inserimento di stage nel piano di studi come avviene qui in Germania per facilitare agli studenti l’ingresso nel mondo del lavoro. Tuttavia nel mio futuro c’è sicuramente l’Italia e dopo la Laurea Specialistica, mi piacerebbe molto lavorare in banca o in una società di consulenza”.
Chiara Sorrentino