Pompieri “alla frutta”

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Non hanno i soldi per pagare il carburante e sono costretti ad andare “a credito”. Lavorano con un parco mezzi vetusto, in condizioni di scarsa sicurezza e per turni estenuanti. Sono i Vigili del Fuoco che, dallo scorso maggio, stanno portando il loro soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. Nonostante sia stato chiesto loro uno sforzo straordinario, questi “angeli” – come sono stati ribattezzati dalla gente – non hanno ancora visto un euro degli straordinari e delle indennità di trasferta. Una vergogna a cui si somma anche la totale mancanza di supporto psicologico, malgrado molti di questi uomini – e donne – siano stati direttamente coinvolti dal terremoto. Attualmente impegnati a Concordia e Rovereto, i Vigili del Fuoco non hanno più nemmeno un barile da raschiare. La situazione è a dir poco drammatica e siamo ben oltre il fondo, come ci spiega Silvano Patrocli, caposquadra dei Vigili del Fuoco del Comando di Modena e funzionario della Cisl.
Quanti i pompieri che dal maggio scorso ad oggi si sono avvicendati da fuori Regione per dare una mano?
“Nelle prime fasi il personale VV.F. impegnato quotidianamente era di circa 1.000 unità. Il personale proveniente da altri Comandi d’Italia supportava l’organico di Modena, al fine di rispondere alle centinaia di richieste di intervento che ogni giorno ci venivano trasmesse”.
In emergenza come sono i turni di lavoro? Di quante ore sono composti?
“Nella prima fase vi erano turnazioni di 24 ore consecutive e 24 di riposo, naturalmente il 20 e 29 maggio molti vigili sono rimasti in servizio ben oltre le 24 ore consecutive. Oggi siamo scesi a 12 ore giornaliere, fatte il giorno prima del turno di servizio ordinario dalle 8 alle 20”.
Quanto guadagna un Vigile del Fuoco?
“Un Vigile del Fuoco con 20 anni di servizio, raggiunge circa 1.400 al mese di paga ordinaria”.
Molti lamentano il mancato pagamento degli straordinari.
“Da maggio non è stato attribuito al personale un solo euro di straordinario legato al sisma”.
Quando interveniste all’Aquila dopo quanto tempo vi furono pagati straordinari e indennità di trasferta?
“L’impegno del personale di Modena all’Aquila è durato circa 5/6 mesi; i primi emolumenti sono stati percepiti dopo circa 3-4 mesi, gli ultimi a distanza di un anno”.
Dopo il soccorso alla popolazione legato alla prima emergenza ora il Comando di Modena cosa è impegnato a fare?
“Recupero beni alla popolazione ed Enti locali, coperture dei tetti dei vari fabbricati e puntellamenti degli edifici pericolanti”.
Quanti pompieri sono attualmente al lavoro nella Bassa?
“Tra personale esterno e di Modena circa 50 vigili”.
Per quanto resterete?
“Attualmente la nostra presenza sui territori legati al sisma è prevista fino al 31 marzo 2013”.
Con tanti uomini impegnati sulla zona del cratere come state gestendo la carenza di personale?
“Con rientri straordinari di 12 ore prima del turno di servizio, garantendo sempre e comunque il servizio minimo di soccorso urgente”.
Non avete ricevuto ancora i soldi per il carburante. Come state provvedendo?
“Siamo riforniti a credito da una ditta. L’Eni da ottobre ha bloccato i rifornimenti fino a quando non saranno pagati gli arretrati. Ma ormai tutte le ditte fornitrici del comando ci stanno chiudendo i rifornimenti per attrezzature e non solo. Pensate che il capitolo di spesa legato alla manutenzione delle sedi di servizio non è stato ridotto come l’anno scorso del 30%, bensì del tutto azzerato. Ricordo che a Modena, oltre alla sede centrale vi sono 5 distaccamenti permanenti e 5 volontari”.
Mezzi vecchi e vetusti: qual è la situazione a Carpi?
“Alcuni mezzi in forza sul territorio provinciale sono vetusti, altri sono più recenti. Attualmente nella sede di Carpi si sta intervenendo per mettere in sicurezza l’autorimessa: finora, infatti, i mezzi sono stati lasciati all’aperto per evitare danneggiamenti – ai veicoli e al personale in transito – malgrado vi sia il rischio che l’acqua all’interno delle autobotti ghiacci a causa della basse temperature. I mezzi utilizzati durante il sisma, in una situazione del tutto straordinaria, necessitano di manutenzioni e alcuni persino di essere sostituiti in quanto non garantiscono la sicurezza tempestiva di intervento e quella degli operatori. Sembra che il Dipartimento dei VV.F. Centrale di Roma non sappia che a Modena ci sia stato un terremoto che ha richiesto un importante utilizzo di mezzi e attrezzature. Si sono meravigliati che qui sia stato abbondantemente superato il consumo ordinario di gasolio…”.
Come valuta la gestione dell’emergenza?
“Occorre un maggior coordinamento di tutti i soggetti coinvolti, al fine di utilizzare al meglio le risorse umane, i mezzi e le attrezzature disponibili e un contributo più massiccio da parte delle altre sedi, per rispondere tempestivamente e in modo professionale alle tante richieste dei cittadini”.
Numerosi i Vigili che, malgrado fossero stati direttamente colpiti dal terremoto, non hanno mai interrotto il proprio lavoro. Vi è stato garantito un supporto?
“Vi sono colleghi che sono rimasti in servizio fino alla fine della prima emergenza, nonostante avessero una casa inagibile e una famiglia spaventata alle spalle a cui provvedere. Tutti noi, impegnati nell’emergenza non riuscivamo a comunicare con i nostri familiari, non avevamo notizie delle nostre abitazioni. Quando siamo stati impegnati nelle emergenze di Abruzzo e Umbria partivamo consci delle difficoltà che avremmo trovato, ma con le nostre famiglie al sicuro. Purtroppo nessun dirigente o funzionario del dipartimento si è mai chiesto se potevamo essere sotto stress o aver bisogno di aiuto”.
Jessica Bianchi

Il Ministero dell’Interno
Non ci son soldi: mettetevi in fila

In riferimento al pagamento di straordinari e indennità relativi al sisma in Emilia, il Ministero dell’Interno ha emesso una circolare lo scorso 8 febbraio. I toni fan venire i brividi. “Nel mese di giugno abbiamo comunicato al Dipartimento della Protezione Civile la quantificazione degli oneri sostenuti per l’impiego di uomini, mezzi e strutture logistiche. Ad oggi nessuna somma è stata assegnata a questo dipartimento. La Protezione Civile ha precisato che al rimborso si farà fronte con il contributo richiesto al Fondo di solidarietà dell’Unione Europea”. Nel frattempo il Ministero dell’Interno ammette di non essere in grado di “anticipare le legittime spettanze”. Prima dell’Emilia infatti vi sono altre priorità, ovvero pagare chi ha lavorato nelle alluvioni di Liguria e Toscana nell’autunno 2011, nel naufragio della Costa Concordia e nell’emergenza neve dell’inverno 2012. Della serie, cari pompieri mettetevi in fila. E poco importa invece, se per i dirigenti della Protezione Civile nazionale ogni problema finisce a tarallucci e vino…