La terra non si governa con la finanza

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“Se il clima fosse una banca, i governi ricchi l’avrebbero già salvato da tempo”, ha esordito così il professore Alfonso Cornia dell’Itis L. Da Vinci, nel corso dell’incontro con il meteorologo Luca Lombroso, lo scorso 7 febbraio presso la libreria La Fenice. Cornia ha ripreso una frase cruciale del discorso che il presidente venezuelano Hugo Chàvez tenne al vertice climatico di Copenaghen nel dicembre del 2009, a testimonianza di come la salvaguardia dell’ambiente non sia una chimera, bensì una realtà attuabile, se solo i vertici del potere se ne occupassero concretamente. Ma anche le persone comuni possono dare il proprio contributo, come ha scritto Lombroso nel suo ultimo libro Apocalypse now? Clima, ambienti, cataclismi (Artestampa edizioni), presentato al pubblico carpigiano nel corso della serata alla Fenice. Un libro che fa il punto sulla situazione globale e sulle possibili linee d’azione. “Proprio, pochi minuti fa, mentre stavo raggiungendo la libreria – ha raccontato Lombroso – ho notato diversi negozi con le porte delle vetrine aperte. Perché tenere l’impianto di riscaldamento in funzione, per poi lasciare l’uscio spalancato, sprecando energia e denaro? Non è detto che così i clienti siano più invogliati a entrare, quel che è certo però è che si tratta di un grande spreco di energia che si ripercuote non solo sull’ambiente e sul clima, ma anche sulle tasche dei cittadini. E’ un esempio apparentemente banale, ma se sommiamo tutte le abitudini sbagliate che ogni giorno mettiamo in atto, quasi senza accorgercene, si capisce come, a lungo andare, i danni per l’ambiente e il clima siano disastrosi. Basti pensare a quando in estate teniamo il condizionatore acceso con finestre e porte aperte o, ancora, a quando lasciamo le luci accese in casa senza che ve ne sia necessità, a tutta la carta che sprechiamo ogni giorno, e a quando rimaniamo imbottigliati nel traffico delle nostre città consumando carburante, inquinando l’ambiente e sottoponendoci a forti stress. Sarebbe molto più economico, rilassante ed ecologico usufruire dei mezzi pubblici”. Luca Lombroso vanta un’esperienza ventennale nell’ambito del clima e nella meteorologia maturata all’Osservatorio Geofisico Dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e ha inoltre partecipato ai vertici mondiali sul clima di Copenaghen, Cancun e Durban. “I cambiamenti climatici sono la più grande sfida dell’umanità – ha proseguito – per costruire una società sostenibile e a misura d’uomo non serve chissà cosa, ma semplici azioni quotidiane e la volontà di metterle in pratica. Da tempo ci sentiamo ripetere che esiste un’emergenza ambientale, e la maggior parte di noi ha imparato a scuola che cosa sono l’effetto serra, il buco nell’ozono, la deforestazione, lo smaltimento dei rifiuti e altri temi riguardanti l’ambiente. Sempre sui banchi di scuola o attraverso i canali di informazione, la maggior parte di noi ha imparato quali sono le buone pratiche ambientali, eppure, nonostante gli incendi, le desertificazioni, le inondazioni e le epidemie a cui assistiamo sempre più frequentemente, non facciamo nulla per modificare il nostro stile di vita, che incide sull’avvenire del pianeta, che è il nostro e quello dei nostri figli. E’ quindi importante adottare sin da piccoli delle buone pratiche ambientali, affrontando le piccole e grandi sfide quotidiane con attenzione per l’ambiente e parsimonia di energia e denaro”. Ai cambiamenti climatici dobbiamo adattarci e reagire con azioni intelligenti, perché ormai sono una realtà e sarebbe buona cosa che anche i politici cominciassero a interessarsene seriamente. Occorre adattarci e cercare di mitigare il più possibile gli effetti, perché se, in futuro, il riscaldamento globale aumentasse davvero dei 4-6°C prospettati perfino dalla Banca mondiale, non si porrebbe più il problema dell’adattamento, bensì quello dell’estinzione del genere umano.
Chiara Sorrentino

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