Ghetto era e ghetto rimane

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Ghetto era e ghetto rimane. Il degrado di via Rovighi infatti rappresenta da anni una spina nel fianco per residenti e commercianti ma, il terremoto le ha certamente assestato il colpo di grazia. “In questa strada centralissima, che amo, – spiega la dottoressa Annalisa Vignoli – in passato vi erano 5 medici di famiglia, oggi siamo rimasti in due, ma le condizioni della via ci hanno costretti a prendere un’amara decisione, ovvero quella di abbandonare lo studio. In tal modo il centro storico perderà il suo unico studio medico. Il nostro bacino di utenza è composto da numerose persone anziane, spesso sole, che trovavano nel proprio medico, un punto di riferimento fondamentale. Lasciarli è per noi fonte di grande dolore ma la situazione sul fronte parcheggi è diventata insostenibile. Già ben prima del terremoto, a partire dallo scorso settembre, posteggiare qui era diventata un’impresa improba. Cantiere dopo cantiere, non vi erano più piazzole di sosta disponibili (il cui numero, lo ricordiamo, negli anni si era già progressivamente ridotto) e i nostri pazienti non sapevano dove lasciare la propria auto. Non è pensabile – prosegue la dottoressa Vignoli – che una persona malata lasci la macchina chissà dove per raggiungere il proprio medico a piedi”. Dopo il sisma di maggio però le cose si sono ulteriormente aggravate e non solo a causa dei ponteggi che ingabbiano alcuni palazzi: “ogni giovedì mattina, in concomitanza col mercato cittadino, via Rovighi viene chiusa al traffico veicolare e spesso, accade anche in altri giorni della settimana a causa di lavori di ripristino legati alle conseguenze del terremoto. Chiusure che vengono annunciate da un giorno all’altro mediante un semplice volantino. Abbiamo chiesto alla Polizia Municipale di limitare le chiusure alla sola giornata del giovedì, concentrando in essa anche i vari lavori, ma non siamo stati ascoltati. Come se ciò non bastasse la via rimane chiusa tutta questa settimana. In poche parole il nostro studio medico non è più raggiungibile in auto”, conclude Vignoli. Anche la signora Bruna, residente e paziente, appare amareggiata: “io sono fortunata, poiché posso far affidamento sulla mia auto, ma non è giusto che il centro storico perda i suoi medici. In questo modo siamo tutti costretti a spostarci o a chiedere l’aiuto di qualcuno per andare dal medico. E’ assurdo”. La chiusura della strada provoca anche la reazione degli esercenti: “è possibile che per tre bancarelle in via Berengario, questa strada debba essere interdetta al traffico? Non abbiamo bisogno che qualcuno disincentivi i clienti a raggiungerci, ci pensa già la crisi…”. Alla scarsa fruibilità della strada si aggiungono poi le problematiche che si trascinano da anni: scarsa illuminazione da una parte e sporcizia dall’altra. “I Vigili invece di multare le auto di chi entra dal medico per ritirare una ricetta dovrebbero sanzionare i proprietari di animali che non ne raccolgono le deiezioni. Via Rovighi non è un bagno pubblico per cani. Ogni giorno troviamo pipì e cacche sulle nostre vetrine. E’ disgustoso. Non ne possiamo più di tanta maleducazione. I muri delle case sono imbrattati di piscio di cane: qualcuno deve mettere un freno a tutto questo degrado e iniziare a sanzionare questi comportamenti incivili”.
Jessica Bianchi

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