Società leader in packaging solutions, Chimar spa – fondata da Giovanni Arletti nel 1967 – è una realtà da sempre proiettata al futuro. Impegnata da anni nel coniugare profitto e sostenibilità ambientale, come dimostrano le numerose certificazioni di cui è dotata, l’azienda di via Archimede, a Limidi, che utilizza soltanto legno che proviene da foreste gestite in modo responsabile, legale e sostenibile, inaugurò, nell’ottobre del 2011, un impianto di cogenerazione a biomassa. “Il progetto – commenta l’amministratore delegato, Marco Arletti – si pone l’obiettivo di produrre energia elettrica e termica attraverso la valorizzazione dei residui di produzione di legno. L’investimento è stato rilevante ma, con questo impianto di piccola taglia il nostro stabilimento produttivo raggiunge la completa autonomia energetica”. Ma quanto impatta tale impianto sull’ambiente? “Il nostro impianto – continua Marco Arletti – può utilizzare esclusivamente il legno vergine che deriva dai residui della produzione, piccoli pezzi di legname e segatura. Ci tengo poi a sottolineare che il legno da noi impiegato non subisce alcun trattamento chimico durante le varie fasi di produzione. L’impianto è inoltre stato approvato da tutti gli enti (tra cui Provincia e Arpa) ed effettuiamo periodicamente verifiche sulle immissioni in atmosfera”.
“Accanto all’autoproduzione e al risparmio di metano ed energia elettrica, sfruttando gli scarti di produzione”, aveva infatti spiegato i occasione dell’inaugurazione, l’ingegner Feliciano Lasagni, direttore tecnico di Cogenergy, l’impianto consente l’abbattimento di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. A non finire nell’aria sono circa “192 tonnellate annue di CO2”. Una visione etica del fare impresa, quella della famiglia Arletti. “La sfida oggi è la durabilità delle imprese: obiettivo che non si raggiunge lavorando unicamente alla ricerca del profitto ma coniugando in modo virtuoso riduzione dei costi e sviluppo di tecnologie sostenibili. Per non compromettere la possibilità di produrre profitto domani, le scelte produttive, commerciali e finanziarie devono avere una visione di largo respiro, sul lungo termine”.
Jessica Bianchi