“Cara multa…”

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I cittadini, in trepidante attesa della bolletta dell’Enel, da cui ci si attende una vera e propria stangata dopo la sospensione della fatturazione a causa del terremoto e col pensiero già rivolto ad aprile quando dovranno versare la prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, che ci costerà trenta centesimi in più al metro quadro, devono fare i conti con un altro salasso. Dal 1° di gennaio tutte le infrazioni al codice della strada saranno più care con un incremento del 5,9 per cento, in virtù “del decimo aumento biennale degli importi delle sanzioni pecuniarie, secondo l’incremento dell’indice Istat dei prezzi al consumo”.
Così, adesso, per un divieto di sosta non si pagano più 39 euro ma si dovranno mettere in conto due biglietti da venti più una moneta da un euro.
Usare il telefonino senza auricolare o vivavoce in mezzo al traffico, seduto comodamente al volante della propria auto, può venire a costare 160 euro anziché 152. Sentirsi libero dalla cintura di sicurezza mentre si guida costa 80 euro, e non più 76. Superare di oltre dieci chilometri all’ora il limite di velocità costa 168 euro invece di 159, mentre passare con il semaforo rosso comporterà una sanzione da 162 euro invece che 154. Questi sono gli importi “base” perché se si tarda a pagare oltre la prima scadenza, le multe – come al solito – aumentano sempre più.
Scattano gli aumenti, dunque, ma non è affatto obbligatorio subirli perché – magari questa considerazione funzionasse da deterrente – non è obbligatorio prenderle, le multe.
Sara Gelli