Grazie a Monti i Comuni resteranno in mutande. E noi con loro

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Il riassetto della pubblica amministrazione imposto dal Governo Monti metterà in crisi i servizi resi alla cittadinanza. A rischio la quantità – e la qualità – dei servizi elargiti dall’Unione Terre d’argine (Comune di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano) e il numero di collaboratori oggi in forze all’Ente attraverso contratti a progetto o a nomina diretta. Nel nome del risparmio e del contenimento del debito pubblico infatti, anche ai nostri comuni, annoverabili tra i virtuosi del Belpaese, è chiesto l’ennesimo sacrificio. Una razionalizzazione ulteriore quella imposta dal decreto di spending review che si aggiunge al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato da una parte e al patto di stabilità dall’altro che già gravavano sugli enti. In un momento di crisi economica gravissimo e di tagli verticali ai Comuni, gli scenari che si profilano all’orizzonte appaiono alquanto minacciosi. Soprattutto se pensiamo che a legare ulteriormente le mani ai nostri amministratori ci ha pensato il ministro Fornero che, con la sua riforma del lavoro, di fatto li obbliga a non rinnovare numerosi contratti oggi in essere.  Le ripercussioni di tali diktat ricadranno, come sempre, sulla pelle di cittadini sempre più impoveriti e  disaffezionati a una politica sempre più avulsa dalla realtà. A fronte di una società profondamente mutata come si riorganizzeranno i Servizi Sociali dell’Unione e, più in generale, le macchine comunali? “L’ottica – ci spiega Stefania Zanni, assessore alle Politiche Sociali dell’Unione delle Terre d’Argine – è quella della razionalizzazione. Siamo quindi costretti a decidere quali servizi mantenere e quali razionalizzare o tagliare. Inoltre dal momento che non possiamo più sottoscrivere contratti a progetto (il rinnovo dei contratti in essere con i professionisti è fortemente limitato) le strade praticabili sono soltanto due: ricorrere alla mobilità interna di risorse umane laddove è possibile oppure esternalizzare i servizi. Servizi che prima gestivano direttamente le istituzioni dovranno, in un’ottica di sussidiarietà, essere presi in carico da altri soggetti della città”. Qualche esempio? “E’ ancora presto per dirlo, siamo in piena riorganizzazione ma, ad esempio, stiamo ripensando il tema del trasporto sociale. Vi sono delle attività di cui il volontariato può farsi carico. E’ tempo di dare delle priorità. Priorità che ci daremo in base a requisiti di efficacia ed efficienza sia in termini quantitativi che qualitativi e sui quali ci confronteremo sui tavoli della programmazione socio sanitaria. Sarà un percorso complicato che tra l’altro dovremo mettere in campo in un periodo in cui i nostri servizi sono fortemente impegnati nella gestione del post sisma. Gestione che fino a ottobre è stata fatta senza l’assunzione di personale aggiuntivo, grazie all’impegno, alla professionalità e alla flessibilità dei nostri dipendenti che, supportati dai volontari, hanno saputo affrontare un’emergenza mai vista nei nostri territori e ai quali va da parte nostra un grande ringraziamento”.  Il tempo delle sovrapposizioni sta per finire: se in città esistono cooperative, enti privati o associazioni che danno risposte simili ad altre messe in campo dalle istituzioni, l’ascia cadrà su queste ultime. “Terremo in casa – prosegue Zanni – prioritariamente servizi che il territorio non offre”. Ma dopo aver tagliato i cosiddetti rami secchi, la scure della squadra Monti come inciderà sui servizi superstiti? Semplice: meno risorse umane comportano una diminuzione nelle ore di sportello o di apertura, quindi, in soldoni, minor qualità. Questi tagli lineari però semineranno anche numerose vittime. Professionisti che da anni collaborano con i nostri enti. Che fine faranno, ad esempio i pedagogisti e gli psicologi del Centro per le Famiglie? E i mediatori culturali come verranno rimpiazzati?  “La mediazione culturale e quella famigliare sono fortemente intrecciate anche al mondo della scuola, servizi in carico all’Unione che possiamo riorganizzare in un’ottica di sistema. I mediatori culturali oggi collaborano con noi con contratti a tempo che possono essere utilizzati in quantità molto ridotta, stiamo quindi ragionando sull’ipotesi di creare un bando per appaltare tutto quel che riguarda l’ambito della mediazione sociale, un servizio che potrebbe spaziare dall’aiuto linguistico per gli stranieri a una sorta di tutoraggio per le famiglie in difficoltà”. Ma quando cambierà l’assetto dell’Unione e dei suoi servizi? “Molti incarichi professionali cesseranno a fine anno – sottolinea l’assessore territoriale di Carpi alle Politiche Sociali, Alberto Bellelli – è quindi urgente provvedere a questo ridisegno obbligato dei Servizi Sociali che comporterà un impoverimento delle figure professionali a nostra disposizione e metterà certamente sul patibolo molti servizi di qualità”. Ma a tremare sono anche dirigenti e professionisti nominati direttamente dal sindaco. La sqaudra Monti infatti non lesina nemmeno sulle modalità di assunzione di queste figure: un ulteriore taglio all’autonomia potrebbe derivare se passa la proposta per cui i segretari comunali saranno scelti dalla Prefettura.
Jessica Bianchi

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