Dopo Berlusconi, rilancio del Pdl

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A quattro giorni dall’annuncio del ritiro dalla scena politica, Silvio Berlusconi con un triplo salto mortale ribalta tutto e, il giorno dopo la condanna a quattro anni per il caso dei diritti Tv, torna in campo con la forza di un carro armato. Eppure i rappresentanti locali del partito avevano giudicato la scelta del Cavaliere di farsi da parte un’occasione per rilanciare il Pdl con quelle stesse Primarie che Berlusconi ha fissato per il 16 dicembre. Ed ecco i commenti dei vertici locali del partito.
Roberto Andreoli
Sono giorni febbrili per il capogruppo Pdl in Consiglio Comunale: insieme a colleghi di partito dell’intera provincia ha dato vita al Comitato Modena per Alfano per sostenere la candidatura dell’attuale segretario alla leadership del Centrodestra e alla guida del Paese. Oltre ad Andreoli, hanno aderito, nel territorio dell’Unione Terre d’Argine, Massimiliano Sconosciuto di Carpi, Davide Boldrin di Novi, Mario D’Ambrosio e Massimo Luppi di Soliera, Rodolfo Rosselli di Campogalliano. “Il ritiro di Berlusconi era inevitabile. In questo periodo delicato per la politica e per il Centrodestra le cose devono esser fatte bene individuando la persona che possa guidare il Pdl e Alfano mi sembra la persona più idonea. Ha quarant’anni e ha raccolto intorno a sè persone abbastanza giovani prendendo le distanze da altre da troppo tempo in politica. Rappresenta la parte più vivace della scena politica italiana”.
Giuseppina Baggio
“Berlusconi ha compiuto un atto importante accettando di fare un passo indietro. Non sono mai stata una berlusconiana sfegatata ma gli ho riconosciuto un grande carisma e dei meriti. Era ormai superato e il suo ritiro è un atto di onestà politica” sostiene la Baggio che si dichiara “convintissima” delle Primarie. “Purtroppo hanno scatenato gli appetiti di tutti quei personaggi che non fanno bene al partito: la competizione dev’essere un confronto di idee tra tutte le anime che lo compongono per l’elaborazione di un programma condiviso. Per Alfano, pur non eletto in un congresso, è il momento di prendere le redini del partito”.
Roberto Benatti
Non ha paura di dire quello che pensa il consigliere comunale Benatti che esordisce: “era ora che Berlusconi annunciasse il suo addio”. Al Cavaliere riconosce di essere stato l’alternativa alla Sinistra ma “i cicli non possono durare vent’anni”.
Benatti non crede che la soluzione possa arrivare dalle Primarie perché “il nostro non è un elettorato interessato alle Primarie. Le consultazioni di piazza hanno sempre avuto un esito deludente”. Ma di una cosa è certo: fra i nomi che circolano non ce n’è uno adatto. “Appartengono all’entourage di Berlusconi o sono vecchi marpioni della politica. Alfano non è certo una novità e Formigoni non può candidarsi alla guida del Paese. Poi ci sono i movimenti paralleli dei ‘manovratori’. Vediamo cosa succederà”.
Antonio Russo
Sull’annuncio del ritiro di Berlusconi dalla politica dice: “aspettavo questo momento perché credo che abbia dato tanto ma, come ogni cosa, anche Berlusconi deve avere una fine. Poteva anche non ritirarsi ma ha preferito lasciare spazio a coloro che spingevano per le primarie”, sulle quali Russo si trova pienamente d’accordo. Anzi, “noi giovani le abbiamo chieste più di un anno e mezzo fa. Sono uno strumento democratico e andrebbero fatte a tutti i livelli per riportare la politica nelle mani dei cittadini”. Il nome che non deve mancare fra i candidati? “Giorgia Meloni”.
Cristian Rostovi
A Berlusconi riconosce di essere stato carismatico al punto da dare la spinta a Forza Italia per diventare un partito. “Ma quell’impulso ha perso oggi la sua forza e il partito aveva bisogno di perdere la figura accentratrice di Berlusconi per aprirsi alla possibilità di diventare un partito vero che parte dal basso e meno personalistico”. Anche Rostovi è d’accordo con le Primarie, “anche se non sono un fan perché resto convinto del fatto che non siano la panacea di tutti i mali”. Se potesse scegliere “più che una persona singola preferirei un ticket: Alfano-Meloni. Alfano è più in gamba di quello che ha potuto dimostrare finora e la Meloni è una giovane capace. Non vorrei la Santanché”.
Sara Gelli

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