Sisma e fracking: legittimo sospetto

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“Ricerche condotte da USGS, United States Geological Survey, dimostrano che le attività di fracking, ma soprattutto di reiniezione ad alta pressione dei fluidi di scarto nel sottosuolo, possono provocare sismi di magnitudo uguale a quella del terremoto del 20 maggio”. E’ questa una delle tesi principali che il professor Giulio Riga ha esposto nel corso della conferenza pubblica organizzata da Lions Club Carpi Host, martedì 16 ottobre, presso l’Auditorium Loria. Geologo libero professionista, esperto in difesa del suolo e autore di diversi testi di geotecnica e geologia applicata, Riga è un importante punto di riferimento per tanti emiliani residenti nel cratere sismico, da quando ha aperto il blog Previsione terremoti in cui fornisce risposte in merito alla prevedibilità del terremoto e alle sue cause, e fornisce inoltre supporto morale a quanti gli manifestano in privato le proprie ansie indotte dal terremoto. Proprio attraverso la piattaforma web, Riga ha cercato di fare un po’ di chiarezza sull’argomento fracking, sostenendo che: “l’immissione di notevoli quantità d’acqua mista a sostanze chimiche nelle zone con faglie attive può provocare la lubrificazione della faglia con conseguente scorrimento, e dopo la scossa di magnitudo 5.9 del 20 maggio si sono registrate 6 scosse anomale in direzione est. Assodato che anche la pianura padana è da considerarsi zona sismica in quanto punta più settentrionale della placca africana, il bacino dei paesi vittime delle scosse del 20 e 29 maggio risulta essere accerchiato da siti di esplorazione del sottosuolo dell’azienda Po Valley Energy. Quest’ultima è un’azienda costituita quasi interamente da australiani a eccezione del direttore italiano, e di cui i media nazionali hanno sempre parlato pochissimo. Per aumentare la produzione di gas, la società avrebbe potuto ricorrere al fracking. Tuttavia, essa ha dichiarato di non aver mai fatto operazioni di fratturazione idraulica in Emilia”.
Durante l’incontro, avvalendosi della proiezione di slide raffiguranti registrazioni sismografiche, Riga ha inoltre mostrato che esistono dei segnali d’attenzione, delle microstrutture, che sono in grado di mettere in guardia sulla possibilità di un’imminente e potente scossa: un metodo di previsione a cui lo studioso sta tuttora lavorando. “E’ possibile sviluppare un modello di previsione dei terremoti – ha sostenuto Riga – e per farlo occorre conoscere a fondo le principali teorie interpretative che possono realmente consentire la valutazione delle informazioni, al fine di fornire in anticipo i segnali d’allarme necessari a determinare gli scenari di rischi, e la progettazione di tutti gli interventi necessari per la protezione delle persone e delle strutture. I metodi elaborati possiedono un’innovazione senza precedenti e consentono di compiere un passo in avanti decisivo nella previsione dei terremoti”. Ciò che sta a cuore a tutti noi è infatti sapere se l’incubo è davvero finito. “Se il terremoto ha origine esclusivamente naturale – ha affermato Riga – nelle zone già fratturate, in cui rientra ovviamente anche Carpi, non dovrebbero ripresentarsi altre scosse di magnitudo elevata almeno per alcuni decenni. Invece, non possono considerarsi esenti da possibili forti scosse, le aree del veronese, del vicentino, del bresciano e del bergamasco. La zona interessata dai terremoti del 20 e 29 maggio potrebbe tornare a tremare nei prossimi giorni, ma con un’intensità lieve e tale da non provocare alcun danno”. In chiusura del convegno Sofia Riga, moglie di Giulio, ha letto alcune email ricevute nel corso di questi 5 mesi post-sisma dai followers del blog, i cosiddetti “squassati”, come si sono definiti loro stessi, e a cui lei, ma soprattutto suo marito hanno cercato di rispondere con esperienza, competenza, e sensibilità. “Con questo blog sono diventato un geopsicoterapeuta – ha affermato sorridendo il professor Riga – un neologismo che identifica una nuova figura che dovrebbe nascere e diffondersi in caso di eventi sismici per fornire informazioni prima e dopo ogni terremoto. Sono stati mesi che hanno messo a dura prova gli stati d’animo di tutti, e alcuni membri del gruppo “gli squassati” hanno voluto infine ringraziare Giulio Riga per la vicinanza dimostrata all’Emilia, per l’impegno profuso nello studio del fenomeno e per la sua tenacia nel cercare di rendere il terremoto un fenomeno sempre più prevedibile, e quindi sempre meno temibile.
Chiara Sorrentino