Doppia condanna per omicidio volontario a due uomini che nel modenese, lo scorso anno, uccisero le proprie compagne. Ma ad entrambi è stato riconosciuto il vizio parziale di mente. Alessandro Persico, fiorentino di 43 anni, ex ingegnere del reparto ‘Granturismo’ della Ferrari a Maranello, dovrà scontare una pena di dodici anni di carcere, cui si aggiungeranno altri sei in casa di cura. Così ha deciso il Gup di Modena Domenico Truppa al termine del processo con rito abbreviato. Il 19 giugno del 2011, Persico uccise a coltellate Barbara Cuppini, carpigiana di 36 anni, anch’ella dipendente Ferrari ma nel settore marketing. I due si frequentavano da qualche tempo, e l’omicidio avvenne nella casa di Serramazzoni di Persico, che si costituì il giorno dopo il delitto a Rovereto di Trento e fece anche ritrovare il coltello usato per uccidere. Il sostituto procuratore di Modena Claudia Natalini, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri, aveva chiesto una pena di venti anni per l’imputato che da anni era in cura per disturbi psichiatrici. E’ stato invece condannato a 14 anni in abbreviato Dario Solomita, 41enne originario dell’Avellinese che la mattina del 22 marzo 2011 uccise a coltellate nella cucina di casa a Carpi la moglie Giuseppa ‘Pina’ Caruso, 45 anni, dipendente del Comune di Carpi. La figlia dei due, durante il delitto, dormiva ancora nella stanza accanto. Il titolare delle indagini, il pm Marco Niccolini, aveva chiesto una pena di sedici anni per Solomita, che agì in preda a un raptus di gelosia. L’uomo, come ricostruito dalla polizia, aveva installato una telecamera in casa con cui sorvegliava la moglie. Fu lui a chiamare il 113 subito dopo averla uccisa.
In foto Dario Solomita.