Federico Grom: Sogni coraggiosi

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“La nostra vera gioia? Un bambino che sorride mentre mangia un gelato Grom”, perchè sono le piccole cose a rendere la vita speciale. Degna di essere vissuta. La pensa così Federico Grom, ospite graditissimo della Festa del Racconto, capace di richiamare decine e decine di estimatori del gelato. Quello buono. Ma quali sono gli ingredienti segreti per dare il La a un’avventura straordinaria come quella dei gelati Grom? “Energia, coraggio, passione e determinazione sono fondamentali – spiega l’analista finanziario Federico Grom – ma la fantasia e la capacità di sognare sono alla base di tutto. La nostra storia che abbiano raccontato nel libro Il sogno di Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori, è un pretesto per lanciare un messaggio di speranza ai più giovani. Per far accrescere la fede in questo nostro Paese troppo spesso bistrattato”. Federico aveva 28 anni quando, nove anni fa, aprì, insieme all’enologo Guido Martinetti, la prima gelateria a Torino. Oggi i punti vendita sono 61 in tutto il mondo, 30 i milioni di euro fatturati all’anno e 400 i collaboratori scelti per la loro “educazione, la loro voglia di crescere e migliorarsi. Noi amiamo circondarci di persone per bene”, continua Federico Grom. “Naturalmente occorre anche una certa propensione al rischio ma tutti possono dar vita alla propria avventura”. Secondo Grom non è una questione di talento: “il talento è uguale a 10mila ore di esercizio. Noi non siamo stati toccati dal Signore, ci siamo fatti il mazzo. Guido ha dovuto chiedere un mutuo persino per racimolare il capitale sociale necessario per partire…”. L’idea dei due è quella di applicare alla produzione del gelato artigianale un principio comune a tutti i migliori ristoranti del mondo: l’acquisto di materie prime di qualità  assoluta. “Purtroppo ci siamo immediatamente scontrati col mondo del mercato della frutta e ci siamo ritrovati a dover comprare prodotti belli ma cattivi, poichè i buyer acquistano estetica non gusto”. Ed è con l’obiettivo di scovare frutta di qualità  che, alla fine del 2002, Guido e Federico si lanciano alla ricerca, dalle Langhe alla Sicilia, al centro America, del meglio che il mondo dell’agricoltura può offrire. I principi sono rigorosi: solo frutta fresca e di stagione, provenienti dai migliori consorzi d’Italia e dall’azienda agricola di proprietà  Mura Mura: “15 ettari a Costigliole d’Asti, in Piemonte, coltivati a pere, pesche, fragole, meloni, albicocche… delle migliori cultivar, con un totale rispetto per la natura e le sue regole, con metodi biologici e senza l’impiego di prodotti nocivi per la salute”. Mura Mura, in lingua malgascia, significa lento, lento, poichè “rispettare la terra e i suoi ritmi è vitale per ottenere frutta di primissima qualità”. E’ dunque questo il segreto per gustare un cono eccellente? Non proprio… “per avere un ottimo gelato si deve partire da un letame di qualità. E da quel letame nasceranno fiori buoni che porteranno a frutti straordinari”. L’ossessione per l’eccellenza senza se e senza compromessi è stato il leit motiv che ha permesso ai due imprenditori di dare forma al loro sogno, “produrre ottimo gelato con le materie prime migliori, eliminando coloranti e additivi chimici dal processo di produzione”.
Per chi ancora non li conoscesse, ecco un consiglio spassionato: assaggiate il loro caramello al sale (“Guido ha impiegato un anno per metterne a punto la ricetta”), la gitarella in quel di Modena sarà  del tutto ricompensata…
Jessica Bianchi