La mia arte sotto il cielo di Londra

0
305

L’arte in quanto atto creativo non conosce crisi, e anzi può contribuire in maniera positiva al cambiamento sociale ed economico di un Paese. “Sembra che l’arte stia rinascendo in tutta Europa – è quanto afferma la fotografa carpigiana Fabiana Righi che dal 2000 vive a Londra – e ciò forse in risposta alla situazione di insoddisfazione generale causata non solo dalla crisi globale, ma anche dall’esasperazione dei valori materiali ed esteriori che dominano la società.

C’è il desiderio di liberarsi da certe inutili e fasulle costruzioni che la logica dell’apparire ha prodotto nel corso degli ultimi anni. Per me l’arte è l’espressione dell’anima nella maniera più istintiva e naturale, nonché un fondamentale mezzo di comunicazione che consente di far vedere e sentire anche agli altri ciò che si vede e si prova intimamente. I miei soggetti preferiti sono i paesaggi naturali e le persone colte nella loro quotidianità. La mia filosofia artistica è tesa verso il concetto di società perfetta per tutti, probabilmente un’utopia che però non deve mai sembrare completamente irrealizzabile. In questa società un grande punto interrogativo è rappresentato dall’essere umano che appare sempre più come un soggetto individualista piuttosto che sociale. Solo superando le differenze e innalzando la cooperazione a valore fondamentale si potrebbe trasformare questa bellissima utopia in realtà. La foto che rappresenta maggiormente la mia pratica artistica in questo momento, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista concettuale è L’alluvione. Questa foto è stata scattata a Sozzigalli dopo uno straripamento del fiume Secchia. Una casa abbandonata viene sommersa.

La luce è magica, i colori sono vibranti, quasi surreali. Il cielo e l’acqua si incontrano divisi solamente dalla casa abbandonata e dall’orizzonte delle campagne emiliane. L’atmosfera generale è di pace e perfetta armonia tra cielo e terra”. Fabiana ha scelto di trasferirsi a Londra nel 2000, quando aveva 27 anni e l’Italia non sembrava offrire terreno fertile per far crescere e sviluppare la sua passione per le arti e la fotografia. “Mi sono trasferita a Londra con lo scopo di studiare Belle Arti, con indirizzo fotografia e video, e tra tante città ho scelto proprio la capitale inglese perchè qui le università sono molto più basate sull’aspetto pratico, piuttosto che su quello teorico. In Italia, allora, la scuola che si avvicinava maggiormente al modello inglese era solo a Milano ma era molto costosa, mentre a Londra ho potuto accedere a una borsa di studio che mi ha finanziato in gran parte gli studi. Ho studiato per il primo anno il Btec Foundation Studies in Art and Design, e mentre studiavo lavoravo in un pub per mantenermi. Per 8 anni ho frequentato esclusivamente persone inglesi con lo scopo di perfezionare la lingua.

Studiare all’università in una lingua straniera non è stato affatto facile. Mi ricordo ancora le numerose notti passate in bianco sui libri per imparare tutte le nuove parole che leggevo e che non mi erano ancora familiari. Ho poi frequentato l’università John Cass Bahons Fine Art, dal 2003 al 2005, con ramo Time Based Media che mi ha permesso di ampliare le mie competenze in particolare nell’ambito delle performance visive e sonore.
L’universita si trova a Shoreditch, una zona molto creativa e stimolante di fronte alla Whitechapel Art Gallery. Shoreditch è famosa per le gallerie, i negozi, i graffiti e il caratteristico mercato dei fiori di Colombia Road e di Brick Lane: un ambiente a misura di artista”.

Se è vero che l’estro creativo è sempre in movimento, la crisi economica, seppur in tono minore e con aspetti diversi, si fa sentire anche a Londra “con la differenza che in Italia è molto più difficile fare carriera se parti dal basso. Invece a Londra, e nel Regno Unito in generale, c’è uno spirito più meritocratico e aperto, e si investe ancora su chi ha talento. Inoltre la burocrazia è molto più snella e rapida. Tuttavia anche qui la disoccupazione giovanile rappresenta un grosso problema e, inoltre, con la crisi la piccola criminalità si sta espandendo a macchia d’olio soprattutto tra i teen-ager. Ci sono gang di giovanissimi tra i 10 e i 21 anni che vanno in giro con armi, si scontrano tra loro diffondendo il panico e arrivando persino a commettere omicidi.

Questo aspetto cruento della realtà londinese costituisce uno dei vari motivi che mi fanno rimpiangere Carpi dove torno spesso per stare con i miei cari e dove vorrei un giorno tornare a vivere per farmi una famiglia. Non vorrei che i miei figli crescessero a Londra. Anche studiare è diventato molto costoso rispetto a quando sono arrivata qui. Dopo che Cameron ha deciso di tagliare molti fondi pubblici, dall’assistenza sanitaria gratuita alle università, ormai l’istruzione sta diventando un privilegio per ricchi”. La passione e il gusto del creare però non si fermano mai: “attualmente sto facendo applicazioni per il programma Artist in residence che consente a tutti i creativi di vivere un periodo di ricerca e lavoro a fianco di altri artisti. Al termine della residenza ci sarà una mostra collettiva conclusiva. Queste iniziative vengono organizzate in ogni parte del mondo, e nei prossimi mesi mi piacerebbe andare a Barcellona, Berlino, New York, Istanbul e anche in qualche città italiana, e chissà che alla fine non vi rimanga.