Ramazzini: i lavori procedono spediti

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E’ partito il 2 luglio scorso, il cantiere per la realizzazione delle 4 nuove sale operatorie (che si aggiungeranno alle 6 esistenti) all’interno dell’Ospedale di Carpi, che saranno consegnate in autunno, quando, finalmente anche le degenze chirurgiche potranno fare ritorno in città. Al Ramazzini infatti i lavori procedono celermente. Numerosi, onerosi e complessi, gli interventi necessari per rimettere in piedi il nostro spiaggiato nosocomio, hanno preso il via immediatamente, grazie alla solerzia dell’Azienda sanitaria conscia che tre ospedali inagibili in Provincia di Modena costituiscono una miscela tendenzialmente esplosiva dal punto di vista socio-sanitario. Metro dopo metro, il Ramazzini sta riprendendo vita, grazie al sacrificio di medici e operatori che, nonostante i disagi e la ristrettezza degli spazi, tengono duro. A delineare lo stato di avanzamento dei lavori (ricordiamo che sul fronte strutturale, complessivamente, l’ospedale non ha subito danni anche se il suo recupero sarà necessariamente graduale) è il dottor Claudio Vagnini, direttore sanitario del Distretto di Carpi. “Entro la fine di luglio tornerà operativo il servizio di Endoscopia, mentre a metà agosto, tutti i servizi posti al primo piano della palazzina dell’Ex Tenente Marchi potranno rientrarvi. E parlo di Pediatria di comunità, Psicologia clinica, Medicina del lavoro, Igiene pubblica, Neuropsichiatria infantile e Veterinaria. Contestualmente si stanno completando i lavori sul blocco 4 dell’ospedale, il corpo di fabbrica che ospita le degenze internistiche e già nelle prime settimane di agosto dovremmo essere in grado di riattivare i ricoveri di Cardiologia, Medicina e Lungodegenza”. Un’ala nella quale si sta anche valutando la possibilità di riportare l’attività di Ostetricia poiché, ad oggi, è prioritario ripristinare al più presto un altro punto nascita in provincia. Si stanno completando anche i lavori di messa in sicurezza della Psico-oncologia del Day Hospital Oncologico mentre i trattamenti chemioterapici sono stati ricollocati all’Ospedale civile di Sassuolo. “Stiamo facendo notevoli sforzi anche sulla diagnostica e sulla Radiologia in modo particolare, per rendere sempre più efficiente e autonomo il nostro Pronto Soccorso, il primo a essere rientrato dopo le grandi scosse del 29 maggio. Inoltre a giorni il Sert abbandonerà le tende e sarà operativo all’interno di alcuni shelter, ovvero container speciali a uso ospedaliero, completamente attrezzati e climatizzati, in prossimità dell’ex Tenente Marcho”, continua Vagnini.
Vero nodo scoperto resta invece il Centro prelievi che, su concessione del vescovo Francesco Cavina, è stato spostato all’interno della Cappella dell’ospedale. Un servizio che, sul lungo termine, “dovrà però essere ricollocato, magari insieme alla sede dell’Avis, poichè non abbiamo alcuna intenzione di riattivarlo nel seminterrato”, conclude Vagnini. A lamentare ancora notevoli disagi sono invece i dializzati: garantiti infatti i trattamenti per soli 50 pazienti dell’area Nord al giorno (su un totale di circa 80) poichè gli spazi disponibili, al momento, sono notevolmente ridotti ma, come ha sottolineato il direttore generale dell’Azienda Sanitaria, Mariella Martini, “con gradualità, tutto tornerà in funzione, siamo consapevoli che i prossimi mesi metteranno a dura prova operatori e cittadini ma, vi assicuro, ce la stiamo mettendo tutta”.