Il mio Erasmus a Barcellona

0
305

Si parte per l’Erasmus principalmente per mettersi alla prova in una realtà nuova rispetto a quella abituale, per dimostrare agli altri, ma soprattutto a se stessi, di essere in grado di farcela. E alla fine se ne torna arricchiti culturalmente e, ancor di più, umanamente, come è accaduto alla carpigiana Valentina Po, classe 1991, diplomatasi due anni fa in Ragioneria con indirizzo linguistico e attualmente iscritta al corso di laurea in Scienze della Cultura a Modena.

Valentina perchè hai deciso di intraprendere il progetto Erasmus e come mai la tua scelta è ricaduta su Barcellona?
“Ho deciso di partire perché volevo allontanarmi da Carpi e cimentarmi in un’esperienza unica: vivere da sola in una grande città, studiare in un’università straniera, fare nuove amicizie e imparare a essere autonoma. Tutto questo mi è servito per conoscermi meglio e acquisire maggiore sicurezza in me stessa e nelle mie capacità. Per quanto riguarda la scelta della meta, inizialmente ero indecisa tra Parigi e Barcellona, poi però ho optato per la seconda”.

Hai trovato Barcellona in linea con le tue aspettative?
“Barcellona mi ha sorpresa positivamente. Nutrivo già delle buone aspettative sulla capitale spagnola e devo dire che sono state tutte confermate. Ho conosciuto e vissuto con persone provenienti da tutto il mondo, ho abbattuto pregiudizi e mi sono confrontata con nuove culture. E ciò, oltre a essere fonte di arricchimento personale, è anche inerente agli studi che sto facendo. In questo Barcellona aiuta molto: è una città multietnica, dinamica, viva e pulsante e offre a chi la vive tutto ciò che cerca”.

La tua giornata tipo?
“La mattina andavo a lezione, poi tornavo a casa e passavo il pomeriggio studiando, scrivendo relazioni per l’università o svagandomi con gli amici. La sera invece uscivo quasi sempre, a bere qualcosa o a ballare”.

Ti piacerebbe vivere o lavorare a Barcellona?
“Penso che lo stile di vita spagnolo non sia molto diverso da quello italiano, per cui lavorare lì non mi dispiacerebbe. Tuttavia, se dopo aver conseguito la laurea, avessi la possibilità di lavorare all’estero penso che proverei a vivere in un’altra città”.

Com’è la vita universitaria? Hai riscontrato delle differenze con l’Italia?
“La vita degli universitari di Barcellona è pressoché la stessa di noi italiani. I ragazzi spesso studiano e lavorano per aiutare i genitori con le spese. I ritmi scolastici invece sono diversi: in Spagna hanno molti più compiti durante il periodo di lezione, però l’esame finale è più leggero e l’estate è libera. Gli spagnoli, a differenza degli italiani, sono molto più informati e attivi politicamente. Durante i miei 5 mesi di permanenza a Barcellona ho assistito a numerosi scioperi durante i quali i ragazzi occupavano le facoltà, manifestavano per le strade e a volte arrivavano persino a scontrarsi con la polizia. Ovviamente sono contraria alla violenza e penso che occorra esprimere le proprie opinioni in modo determinato ma pacifico, però, mi piacerebbe che anche qui in Italia i giovani si interessassero di più alla vita politica del Paese e si attivassero per rivendicare il futuro che meritano. Inoltre, dal punto di vista strettamente funzionale, in generale, gli edifici che ospitano le principali sedi universitarie spagnole sono più curati e moderni”.

Burocrazia, istruzione e lavoro: quali differenze hai riscontrato rispetto all’Italia?
“In entrambi i casi gli iter burocratici avrebbero decisamente necessità di essere snelliti. Anche gli orari lavorativi sono più o meno gli stessi, con l’unica eccezione che in Spagna si è molto legati alla “siesta”, per cui dalle 14 alle 16 tutti i negozi sono chiusi”.

E dal punto di vista culturale?
“Barcellona è una città relativamente moderna rispetto al resto della Spagna, ma i suoi abitanti sono molto attaccati alle loro tradizioni e alle loro feste. Sono persone piuttosto accoglienti e disponibili. In generale direi che non ci sono grosse differenze rispetto all’Italia”.

L’esperienza più bella che hai vissuto durante l’Erasmus?
“Il viaggio a Valencia, in occasione del Festival de Las Fallas. Sono andata là con i miei coinquilini e alcuni amici per tre giorni, ed è stato un evento bellissimo”.

E adesso che sei tornata quali sono i tuoi progetti più imminenti?
“Per ora intendo finire i miei studi e trovare un lavoro per non dover dipendere troppo dai miei genitori”.

In futuro dove ti piacerebbe vivere?
“Mi piacerebbe lavorare per un certo periodo di tempo all’estero, per farmi un po’ di esperienza e arricchire il mio curriculum, ma in ogni caso vorrei tornare in Italia, anche se non a Carpi”.

Cosa vorresti fare da grande?
“Sto ancora cercando la mia strada, spero di trovarla al più presto”.