181 i negozi inagibili a Carpi

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Sono 181, su un totale di 1.232, i negozi inagibili a Carpi – frazioni comprese. Ammonta quindi a quasi il 15% del totale la prima conta dei danni causati dal sisma. Stima che lo stesso Assessore all’economia del Comune Simone Morelli, che sta monitorando la situazione insieme alle associazioni di categoria, definisce parziale. Dal censimento sono infatti esclusi tutti i servizi e le aziende di artigianato. Se si esaminano poi i dati nel dettaglio, si vede come la zona più colpita sia il Centro storico, con 72 inagibilità su 347, circa il 20%, mentre i danni in periferia si aggirano intorno al 6%. Per quel che riguarda le frazioni si va dalle più colpite, come le 39 inagibilità di Fossoli, alle più fortunate come Gargallo che non registra alcun danno significativo. In questa situazione molti commercianti si stanno logicamente organizzando per cercare una sistemazione provvisoria fintanto che gli spazi danneggiati non verranno messi in sicurezza e ristrutturati. A questo proposito interviene Massimo Fontanarosa di Confcommercio, e lo fa senza peli sulla lingua. “Anziché essere calmierati gli affitti sono costantemente aumentati. Dal giorno della prima scossa in alcuni casi questi sono persino raddoppiati. E’ una vergogna vera e propria, qui si tratta di parassiti della peggior specie”. Secondo le stime di Confcommercio sono circa 170 i locali sfitti in città, mentre tra i propri associati circa una decina stanno cercando una sistemazione temporanea. “Si tratta – si sfoga Fontanarosa – di una vergognosa speculazione che approfitta del disagio di molti piccoli imprenditori. Abbiamo chiesto al Comune di coordinare un tavolo al quale siedano anche le associazioni dei proprietari per stabilire dei contratti di locazione concordati”. All’appello risponde Morelli, chiarendo come l’Amministrazione stia sentendo le associazioni dei proprietari e i mediatori. “Il mio appello è di non lucrare sulle disgrazie. Abbiamo intenzione di far sedere a un tavolo tutte le parti in causa per trovare accordi ragionevoli che tengano conto del momento che la città sta attraversando”. Come già ribadito in più occasioni, Morelli vorrebbe privilegiare, alle soluzioni drastiche come casette di legno e container, altre sistemazioni temporanee come i garage – con il cambio di destinazione d’uso quando non si tratti di esercizi alimentari – e lo sfitto. “La ristrutturazione di alcune parti del centro non avrà tempistiche brevissime, perciò stiamo aspettando che la Regione stanzi un fondo per gli affitti perché – conclude l’assessore – senza l’aiuto di tutti i livelli istituzionali, Stato compreso, le 300 famiglie che lavorano in Centro non potranno farcela da sole”.