Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco

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Dopo il fallito tentativo di collocare nell’ex Corte Paltrinieri di Santa Croce una residenza di trattamento intensivo per malati psichiatrici (nonostante l’Ausl e il gruppo sanitario Kos, che gestisce la clinica psichiatrica modenese Villa Rosa, avessero già realizzato lo studio del progetto, con tanto di planimetrie) ora l’area scelta è quella della vecchia corte di Fossoli, terreno messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale di Carpi. “L’Ente Pubblico – ha commentato l’assessore alle Politiche Sociali del Comune, Alberto Bellelli – ha lavorato per cercare alternative perseguibili al fine di realizzare la struttura della residenza psichiatrica. Abbiamo proposto all’azienda Ausl diverse soluzioni percorribili, che sono state valutate dai professionisti per le loro caratteristiche logistiche e di contesto. Ci auguriamo che questo percorso possa arrivare a buon fine affinché si dia una risposta importante alle famiglie e al territorio. In un contesto generale di invecchiamento della popolazione e di offerta limitata, l’interesse di un soggetto privato a investire in ambito sociale, in particolare su una struttura per anziani, è di per sé un fatto importante, poiché fornisce un ulteriore servizio alla cittadinanza. Tali opportunità sono però da reputarsi valide qualora vi siano un adeguato livello di qualità e un costo del servizio compatibile con l’attuale situazione economica”.

A Fossoli infatti dovrebbero sorgere due strutture, come ci spiega Claudio Vagnini, direttore del Distretto sanitario di Carpi. “La Residenza Psichiatrica per Trattamenti Riabilitativi Intensivi potrà contare su 20 posti letto: dieci in convenzione e altri dieci gestiti privatamente direttamente da Kos. Ciò ci consentirà di riportare a casa i 10 posti convenzionati, oggi a Villa Rosa di Modena, con una evidente ricaduta positiva per i pazienti e i loro famigliari”. Sul fronte anziani invece, la struttura di “almeno 75 posti letto, sarà utilizzata per far tornare a Carpi tutti gli anziani ricoverati in altre strutture della Provincia, dell’Emilia Romagna e delle regioni vicine. Inoltre la volontà è quella di realizzare posti di residenza temporanea per poter così alleviare il carico delle famiglie e collocare, per brevi periodi di tempo, i propri cari, cercando in questo modo di evitare un eccessivo affaticamento dei care givers”.

La speranza è che il cantiere parta al più presto, entro l’anno possibilmente, poiché tali strutture rispondono a un bisogno ormai annoso e sempre crescente: il progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione da una parte e l’aumento sensibile del numero di persone affette da patologie psichiatriche. Un impegno economico notevole in questi tempi di vacche magre: basti pensare che un paziente assistito 24 ore su 24 in una Residenza Psichiatrica per Trattamenti Riabilitativi Intensivi costa ben 280 euro al giorno. La spesa per la costruzione delle due strutture, si aggira tra “i 6-7 milioni di euro” conclude Vagnini, a cui si sommeranno i costi legati ad arredi, apparecchiature, materiali… Un’operazione, questa, che, seppure prioritaria per la nostra città, potrebbe sfiorare i 10 milioni di euro.

Chi si farà carico di tale onere? “Innanzitutto ci tengo a specificare che il rapporto per la fornitura dei servizi di Residenza Psichiatrica riguarda l’Asl e la ditta Kos: non il Comune di Carpi. L’Ente Pubblico – ci spiega Giordano Corradini, direttore generale del Comune – si è adoperato per trovare una localizzazione e favorire quindi la realizzazione della struttura residenziale psichiatrica che sarà a carico di Kos. Il gruppo, cui è stato affidato il servizio di assistenza dall’Asl, gestirà la struttura per un periodo di tempo determinato, al termine del quale, il Comune di Carpi diventerà proprietario della struttura, in quanto proprietario del terreno”. Parole, quelle di Corradini, che diventano molto prudenti nel commentare la volontà di erigere una struttura per anziani. “Dalle notizie in nostro possesso, la realizzazione di una struttura per anziani in abbinamento con la struttura psichiatrica, parrebbe essere un’ipotesi che consentirebbe a Kos di ottenere sinergie e migliorare i costi di gestione della struttura psichiatrica, con la costruzione di centri di servizio unificati come la preparazione dei pasti e permetterebbe la distribuzione delle spese generali su un volume di attività più grande.

Anche questa soluzione progettuale potrebbe trovare spazio, seppure con più difficoltà, su un terreno comunale, con la solita condizione di acquisire poi la struttura realizzata dai privati (a loro spese) al termine di un periodo di gestione (la cui durata sarà proporzionale all’entità dell’investimento)”. E’ evidente che le manovre in un questo mare magnum sono ancora ben lungi dall’essersi concluse.