Igea, la ricerca è impresa

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E’ a livello internazionale che Igea trova la sua più importante consacrazione per i progressi ottenuti in ambito scientifico e tecnologico. In questi trent’anni, l’azienda carpigiana ha puntato su un nutrito reparto di ricerca e sviluppo per produrre prototipi e arrivare a realizzare apparecchiature altamente innovative, lavorando in partnership con istituti medici accreditati di eccellenza a livello europeo. L’obiettivo resta l’individuazione di soluzioni terapeutiche innovative ed efficaci per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

*b*L’ultima frontiera è l’oncologia +b+
La storia dell’impegno di Igea in oncologia nasce più o meno alla fine degli Anni ‘90: grazie a un progetto europeo che ha coinvolto l’azienda carpigiana e cinque ospedali, tra cui l’Istituto Gustave Roussy di Parigi, è stato sviluppato Cliniporator applicando i principi della Biofisica Clinica per il trattamento dei tumori. Oggi più di ottanta ospedali utilizzano Cliniporator, adottando la terapia messa a punto da Igea, confermandone l’efficacia e riportando esperienze e pareri assolutamente positivi. Per questo, per diffondere l’elettrochemioterapia, Igea ha stabilito sedi in Germania e in Gran Bretagna e, nel 2013, ha in programma di aprirne una in Francia. Il prossimo passo sarà quello di estendere la propria attività anche negli States.

*b*Cliniporator+b+
Igea ha sviluppato un’apparecchiatura basata sul principio dell’elettroporazione: Cliniporator consente la creazione nelle cellule, in questo caso tumorali, di pori di passaggio per far entrare sostanze come farmaci o materiale biologico in generale. All’elettroporazione si può ricorrere per vaccinare, per fare profilassi, per stimolare le difese immunitarie dell’organismo ma anche per uccidere le cellule, facendo penetrare farmaci che con difficoltà potrebbero essere altrimenti assunti dai pazienti. La sperimentazione e gli studi clinici condotti dal 2000 a oggi hanno riportato dati di validazione di Cliniporator nel controllo dei tumori della cute per quel che riguarda l’efficacia e la tollerabilità . L’idea di ‘porare’ le cellule, per far entrare il farmaco affinché uccida il tumore lasciando sana la zona circostante, potrebbe essere applicata anche nel caso di altri tumori: per questo Igea ha iniziato a studiare la possibilità di trattare con Cliniporator i tumori viscerali e, in collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, le metastasi ossee. Anche in questo caso gli elettrodi, studiati in modo specifico per questa indicazione, impiantati nella porzione di osso da trattare, consentono al farmaco, iniettato per via endovenosa, di entrare nelle cellule malate individuate nella zona della scarica elettrica. Si tratta comunque di terapie che, nella maggior parte dei casi, hanno un effetto palliativo: favoriscono la qualità di vita del paziente aiutandolo a star meglio e attenuando il dolore, aumentando la sua aspettativa di vita attraverso il controllo delle metastasi.

*b*Dall’idea al brevetto+b+
Testimonianza di questa vasta attività di ricerca di Igea è l’ampio numero di brevetti internazionali depositati. Ogni passaggio cruciale di Cliniporator è stato brevettato in Italia, in Europa, nel mondo: segnale elettrico, elettrodi, sistema di sincronizzazione del segnale elettrico, tutte quelle parti dell’apparecchiatura che nascono dall’intelletto e dall’idea di Igea sono state brevettate. Sono tanti i brevetti depositati da Igea anche in campo ortopedico.
L’equipe del reparto Ricerca e Sviluppo è tutta italiana e, per entrare in Igea, c’è anche chi ha rinunciato a un lavoro negli Stati Uniti: l’idea di fare ricerca all’interno di un’azienda di Carpi ma costantemente in contatto con istituti di eccellenza, dentro e fuori l’Italia, deve essere particolarmente stimolante. Ricerca, sperimentazione clinica, commercializzazione, rigorosamente in quest’ordine: è quello che si fa in Igea per cercare di essere sempre un passo avanti rispetto ai competitors, lavorando sull’innovazione.

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