Più che una food court, una landa desolata…

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Una rivoluzione sta sconvolgendo la galleria del centro commerciale Borgogioioso di Carpi. E non solo per le aperture domenicali che proprio non vanno giù a molti esercenti e dipendenti di Coop Estense. Malumore a parte infatti, è la crisi che non allenta la presa, a mordere duro. Nella carne. Dopo la chiusura di RisDorando che ha di fatto decapitato la food court del Borgo, privandola del self service, anche la società First Catering riduce ora la propria presenza.

I tre soci, Mark Khoury, Fabio Berti e Davide Muracchini hanno infatti deciso di vendere il Java Cafè (con l’annesso fast food greco Mythos) che, dal 1° marzo, è passato a un’altra gestione, quella della torrefazione Diemme Caffè. In soldoni, l’affitto degli spazi occupati dal Java prevedeva un esborso annuo di circa 48mila euro. Oltre alle spese legate all’affitto e ai dipendenti, vi si devono poi sommare circa 13mila euro di spese condominiali (acqua, rifiuti, pulizie…) e le spese legate alla fornitura dell’energia elettrica. Dopo anni di impegno e di frequenti restayling per offrire alla propria clientela continue novità e cucine etniche sempre diverse, i tre hanno deciso, anche a fronte della contrazione dei consumi, “che si sono dimezzati e dei prezzi bassissimi degli alimenti che dobbiamo continuare a garantire”, spiega Khoury, di tenere soltanto Kebab King e Panchos. Una decisione amara, che ha comportato anche una riduzione del personale: dei sei dipendenti infatti, quattro sono rimasti a spasso.

Ora, oltre ai titolari, dietro al bancone di kebab e messicano sono rimasti soltanto David Ferrari e Chiara Marastoni. “La crisi – spiega Ferrari – ha comportato un calo degli introiti per tutti in galleria, per questo motivo abbiamo sempre cercato di ingegnarci per offrire un servizio aggiunto alla clientela. Quando il self service ha chiuso, abbiamo iniziato a preparare alcuni piatti di pasta a pranzo (il momento di maggior lavoro per noi), nel rispetto della politica che da sempre la società persegue, ovvero quella di offrire prodotti freschi e di altissima qualità, cucinati al momento”.

E se nella fascia serale il lavoro è fortemente diminuito, la domenica non risolleva certamente i guadagni: “la domenica non si lavora perchè c’è pochissima gente”, conclude lapidario Ferrari. La food court intanto assume sempre più i tratti di una piazzetta desolata e scarsamente valorizzata. A spiccare, tristemente vuoti, sono Risdorando (i cui locali dovrebbero essere occupati dalla nuova farmacia comunale) e l’ex bar Dorando dove, probabilmente “si trasferirà il bar che lascerà invece il posto a un paio di nuovi negozi”, continua Mark Khoury.

Intanto, per First Catering, si avvicina la scadenza del contratto di affitto: “tra poche settimane – conclude Khoury – ridiscuteremo i termini dell’affitto con la proprietà. Se troveremo un accordo, faremo nuovi investimenti, amplieremo la gamma di piatti e le nostre proposte; in caso contrario chiuderemo baracca e burattini e investiremo altrove, come peraltro stiamo già facendo, in particolare in Canada e Brasile”. I costi da sostenere per i tre soci sono pesantissimi, basti pensare che la sola luce incide per circa 3mila euro al mese. Cifre enormi dalle quali è difficile rientrare, soprattutto oggi, con la recessione dietro l’angolo e le tasche sempre più impoverite dei carpigiani.

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