Sindaco in fuga…

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Stamattina un gruppo di commercianti e alcuni cittadini, capitanati dal direttore di Ascom Confocommercio di Carpi, Massimo Fontanarosa, hanno atteso il sindaco Enrico Campedelli davanti a Palazzo Scachetti per consegnargli simbolicamente le chiavi delle proprie attività e manifestargli, per l’ennesima volta, il proprio malumore a fronte dell’introduzione del senso unico di marcia in via Remesina, provvedimento che ha messo in ginocchio numerose attività.
Il no al senso unico viene anche da coloro che, pur non vivendo in città, vi lavorano e, provenienti da Novi, Rovereto o Sant’Antonio in Mercadello ogni giorno sono costretti a percorrere la Bretella allungando considerevolmente i tempi di percorrenza, inquinando di più e contribuendo a congestionare un’arteria già fortemente intasata, soprattutto nelle ore di punta, in particolare all’altezza della zona autotrasportatori di Fossoli. “Non vogliamo attribuire colpe ma è altrettanto vero che i commercianti non possono subire le ricadute di scelte politiche sbagliate. La Bretella nord è un’opera faraonica ma mal concepita – aveva commentato il presidente di Ascom, Giorgio Vecchi – che, di fatto, non funziona. I commercianti non possono scontare tale errore progettuale e politico”. Il gruppo di cittadini, una ventina circa, ha circondato il sindaco chiedendogli se vi fossero delle novità sul provvedimento e il primo cittadino ha annunciato che “non appena sarà finito e, quindi, messo in sicurezza, il percorso ciclopedonale di via Remesina con l’attraversamento della Ferrovia, sarà ripristinato il doppio senso di marcia ma solo da Fossoli per Carpi”. Ma quando, chiedono tutti? “Il prima possibile”, risponde Campedelli un po’ spazientito. Un ripristino che però non soddisfa pienamente, in quanto i pendolari verso Carpi, così come alcune attività di via Remesina Esterna, continueranno ad essere fortemente penalizzati. “E’ nostro dovere tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini”, conclude il primo cittadino lapidario e, alla levata di scudi dei manifestanti, sfugge alle critiche, rifugiandosi dentro al palazzo.
“Ma come – si chiedono esterrefatti i cittadini – non ci ascolta nemmeno?”. E tra gli stupiti mormorii, tutti salgono verso l’ufficio di Campedelli per consegnargli le chiavi senza però riuscire a farsi ricevere. Lorella Grilli, titolare del ristorante La Cascina di Fossoli è disperata: “nei soli mesi di gennaio e febbraio ho incassato 12mila euro in meno. Non posso permettermi un calo di introiti di questa portata. La mia attività è in via Remesina Esterna 40, in prossimità dell’incrocio con via Valle”. Lì la situazione è drammatica. Da quando è stata cambiata la viabilità, si sono verificati numerosi tamponamenti. “All’incrocio ora la segnaletica è cambiata e gli automobilisti si trovano di fronte a un divieto di transito verso via Remesina; purtroppo la zona non è illuminata adeguatamente e quindi, a causa dell’abitudine, molte persone tirano dritto e questo ha già causato incidenti, fortunatamente non gravi, ma la sicurezza è a tutti gli effetti compromessa. Per quanto riguarda la mia attività invece, nonostante abbia messo, sfidando il rischio di multe, un cartello che avverte gli astanti che possono entrare sulla Remesina per raggiungere la Cascina, le cose vanno male e non so come potremo andare avanti”. Anche per Bruna Lami, titolare di alcuni discout carpigiani, le cose non vanno meglio: “è la seconda volta che ci fanno lo scherzo di introdurre un senso unico in prossimità delle nostre attività, prima in via Genova e ora in via Remesina. Tali provvedimenti stanno notevolmente compromettendo i nostri introiti”. Al danno, la beffa. Il commercio a Carpi conta oltre 4mila addetti, persone che fanno i conti ogni giorno con una crisi che morde, un’amministrazione illuminata non può metterci il carico da novanta: non ora. Per questo motivo Ascom ha chiesto al Comune, (tramite una formale richiesta protocollata) “un’immediata sospensione del senso unico con una moratoria per ripristinare il doppio senso su tutta la Remesina e non solo un tratto”. Tra le motivazioni addotte dall’associazione di categoria vi è anche il tema della sicurezza, dietro il quale i nostri amministratori continuano a trincerarsi: “il traffico stradale dirottato sulla Bretella sta creando una situazione di serio pericolo, inoltre l’attuale cartellonistica stradale crea seri problemi di sicurezza, sono infatti numerose le auto che stanno procedendo in senso contrario; senza contare che da quando via Remesina è a senso unico molte vetture percorrono l’intero tratto a velocità ben superiore a quella imposta dai limiti”. E, per finire, anche il problema inquinamento non può essere trascurato. Carpi aderisce alla campagna Liberiamo l’aria, indice un blocco del traffico il giovedì su un fazzoletto di terra e rimane impassibile di fronte alle colonne che si formano sulla Bretella, intossicando l’area. Qualcosa non quadra. “Io ogni giorno mi reco a Novi per andare a trovare i miei genitori anziani – ci racconta Lisa Forghieri – e sono obbligata a usare la Bretella, non è ammissibile”. Simona Tirabassi ogni giorno si reca a Carpi al lavoro da Sant’Antonio: “transitando sulla Remesina impiegavo 15 minuti, ora dovendo percorrere forzatamente la Bretella ci metto mezz’ora. Un inaccettabile allungamento dei tempi. Sul ponte poi, restiamo incolonnati per interi minuti, a causa del traffico pesante che forma lunghe code per immettersi in rotonda”. La saga continuerà di certo.
Jessica Bianchi