La parola a Russo

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“Nè io nè tantomeno la Giovane Italia siamo un movimento violento o nostalgico. In alcun modo. Quelle riprese mostrano solo una parte di quanto è avvenuto venerdì mattina davanti al Liceo”. Inizia così la replica di Antonio Russo, il Consigliere comunale del PDL di Carpi e portavoce della Giovane Italia tra i protagonisti del video pubblicato in esclusiva da ‘il Tempo’, nel quale vengono mostrati i momenti di tensione accaduti lo scorso venerdì mattina davanti ai cancelli del Liceo Fanti di Carpi. “E’ da quattro anni che, ogni 10 di febbraio, mi alzo e vado ad aiutare i ragazzi della GI a consegnare volantini per il Giorno del Ricordo – continua Russo – perché credo che la storia appartenga a tutti, e si possa liberamente discutere, anche in merito ad episodi controversi come quello dei massacri delle Foibe. C’è spazio per tutti, ma ad alcune persone questo evidentemente non piace”. Il consigliere allude al fatto che gli studenti del collettivo ASK, anche loro presenti ad effettuare attività di volantinaggio quel fatidico venerdì, non volevano che i membri della GI aprissero uno striscione che recitava: “Foibe: i crimini dimenticati non sono mai stati processati”. “Ci siamo spostati tre volte per apporre il cartello, ma per loro non andava bene da nessuna parte. Allora il nostro diritto dov’era?”. In merito ai momenti più concitati, in cui Russo prende per il mento uno dei due studenti che poco dopo finiranno per terra perché strattonati da un’altra persona del suo gruppo, il portavoce della GI si dichiara assai rammaricato: “Soprattutto di non essere riuscito a fargli capire che entrambi avevamo diritto di esprimere le nostre idee. Il gesto nei confronti di quel ragazzino era, dal mio punto di vista, come quello di un fratello maggiore che tenti di far comprendere un concetto al fratello più piccolo. Nel caso specifico avrei voluto, forse in maniera un po’ concitata, fargli capire che, come lui aveva diritto ad esprimere le proprie idee, così ce l’avevo anch’io. Non penso proprio di avergli fatto male, e non era assolutamente mia intenzione. Ma, se in qualche modo si è sentito offeso, gli domando scusa”. Per quel che riguardo l’intervento dell’altro membro del gruppo, Russo ammette che fosse un gesto da evitare: “Gli ho domandato di porgere le sue scuse”. Concluso lo spiacevole episodio, si spera che il confronto possa ricominciare attraverso un confronto più civile, da parte di entrambi i gruppi: “Per il prossimo anno stiamo pensando di organizzare un’assemblea pubblica dove possano prendere la parola tutti”.

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