Emergenza casa: arrivano i nostri!

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Mettere in circolo le idee e stringere sinergie tra pubblico e privato, creando una vera e propria rete di “salvataggio”. E’ questa la filosofia del progetto La Casa nella Rete, targato Unione delle Terre d’Argine, grazie al sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e al coinvolgimento delle associazioni dei piccoli proprietari e degli inquilini, dei sindacati, degli enti territoriali e dell’Acer. Un progetto ambizioso che si pone l’obiettivo di rispondere in modo efficace ed efficiente a uno dei problemi più sentiti dalla cittadinanza, ovvero il reperimento di un alloggio. Un tema, quello della casa, che ha ormai i contorni dell’emergenza, complici una crisi economica che non allenta la presa e cambiamenti sociali che hanno profondamente mutato il volto delle famiglie carpigiane. Per rispondere ai bisogni di quella fetta di popolazione, ribattezzata fascia grigia – o giallina che dir si voglia – che non arriva a fine mese e per non abbandonare coloro che hanno perduto il lavoro o sono in un temporaneo stato di difficoltà, il patrimonio di alloggi di edilizia popolare è del tutto insufficiente. E allora che fare? Il 3 febbraio, nella sede della Fondazione, sono stati sottoscritti gli atti che consentiranno di riaprire l’Agenzia per l’Affitto Affitto Casa Garantito in una nuova formula e di pubblicare un unico bando di concorso che assegnerà le prime risorse abitative. “Il progetto – spiega Gian Fedele Ferrari, presidente della Fondazione CRC – consiste nel dare la possibilità a quante più famiglie possibile la possibilità di avere una casa a condizioni vantaggiose. Noi mettiamo a disposizione un contributo di 300mila euro – rifinanziabile con ulteriori risorse – per costituire la dotazione di un Fondo di Garanzia, che risponde al problema di rendere accessibile una dimora a quella fascia di popolazione che, pur non essendo indigente, non può permettersi un alloggio al costo di mercato o di dare le necessarie garanzie ai proprietari”. I capisaldi dell’intervento sono vari: “il proprietario – continua Ferrari – viene garantito per 5mila euro sui nuovi contratti e su una parte di spese, come la messa in mora dell’inquilino, e avrà una detrazione fiscale sull’affitto del 20%. L’inquilino, a sua volta, potrà accedere ai dati degli appartamenti disponibili, godrà di un prezzo favorevole, circa il 20% in meno rispetto ai prezzi del libero mercato e sarà supportato da assistenti sociali e istituzioni”. Oggi, “il pubblico non può farsi carico dell’emergenza abitativa”, ha ribadito la presidente dell’Unione Luisa Turci, per tale motivo, oltre a ricercare l’aiuto del privato, è stato necessario ribaltare la logica di accesso agli strumenti a disposizione, partendo dall’analisi della domanda. “E’ impossibile avere un’unica risposta per far fronte al problema casa: è necessario adottare strumenti flessibili, in un’ottica di rete, per allargare l’offerta e rispondere alla vasta platea di soggetti che chiedono aiuto. Siamo partiti quindi dall’analisi del bisogno, dalle esperienze messe in campo a sostegno dell’accesso all’alloggio per creare un sistema evoluto volto a favorire l’incontro tra la domanda e  l’offerta”, ha aggiunto l’assessore alle Politiche sociali dell’Unione, Stefania Zanni. Con l’apertura del bando, che scadrà il 19 marzo, i cittadini potranno presentare un’unica domanda per accedere alle graduatorie e, “a seconda delle loro necessità, verranno adottati provvedimenti diversificati. Il monte alloggi messi a disposizione – commenta Zanni – comprenderà sia quelli reperiti sul mercato privato tramite l’Agenzia Sociale per l’Affitto che gli alloggi di proprietà dei Comuni o dell’Unione non destinati ad Erp e, infine, gli alloggi messi a disposizione in futuro da enti/soggetti pubblici o privati anche tramite apposita convenzione. In questo modo si facilita la fuoriuscita dall’Erp, si rimettono sul mercato appartamenti oggi sfitti e si argina il crescente numero di sfratti esecutivi”.

I numeri dell’emergenza abitativa
Nei Comuni dell’Unione Terre d’Argine gli alloggi di edilizia popolare (Erp) sono 763. 613 a Carpi, 74 a Campogalliano, 40 a Novi e 36 a Soliera, a cui si aggiungono 30 alloggi fuori Erp e 11 alloggi privati. Più dei tre quarti dei residenti vi abita da 10-20 anni e un 4% da più di 40 anni e il canone di locazione mensile medio pagato da un inquilino è di 120 euro (ma può variare da 36 a un massimo di 550 euro), con una metratura degli alloggi adatta soprattutto a nuclei di 3-4 persone. “Il normale turnover delle case popolari esistenti consente però di rispondere solo al 4% delle domande presentate a ogni bando, con circa 40 assegnazioni annue sul territorio dell’Unione”, ha aggiunto Arianna Agnoletto.
Sono state 783 le famiglie che sono entrate nell’ultima graduatoria dei bandi Erp, mentre 767 hanno partecipato ai Bandi anticrisi finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e 1.700 sono stati infine i richiedenti il Fondo sociale per l’affitto, per contributi pari a 600 euro in media a nucleo familiare: dal 2000 al 2010 sono stati erogati complessivamente sotto quest’ultima voce oltre 10 milioni di euro.

Il censimento dello sfitto non è più una chimera
“Un censimento degli appartamenti sfitti non è un’operazione facile. Un conto è sapere quanti sono gli appartamenti vuoti, un altro quanti sono gli affittabili, poiché molti proprietari decidono di non immettere i loro immobili sul libero mercato. Probabilmente con l’introduzione dell’Imu, in un paio di anni, potremo riuscire a stilare un elenco delle case sfitte”, ha dichiarato Stefania Zanni.

I furbetti vengono cacciati
Acer (braccio operativo dei Comuni nella gestione del nuovo protocollo La Casa nella rete) gestisce in Provincia 7mila alloggi popolari, di cui 763 nell’Unione delle Terre d’Argine. “Il turnover nell’Erp – spiega il vice presidente di Acer Modena, Tiziano Zaccarelli – è bassissimo, solitamente infatti il ricambio è possibile solo quando gli anziani muoiono”. Ma chi controlla che non ci siano furbetti che rimangono nelle case popolari pur avendo perduto i requisiti? “I controlli sono pesanti e puntuali – assicura Nadia Paltrinieri, direttrice Acer Modena – chi è dentro un alloggio Erp ha tutti i requisitivi per restarvi (il 90% degli inquilini ha un reddito annuo di 17mila euro). Chi li perde deve uscire: nel 2011 sono stati sfrattati in tutta la Provincia 30 occupanti”.
“Insieme alla Regione stiamo rivalutando i requisiti reddituali (il reddito massimo per poter entrare in un alloggio popolare è di 51mila euro) per accedere al patrimonio di edilizia popolare, non più al passo coi tempi”, conclude Stefania Zanni.

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