La situazione del servizio ferroviario sulla linea Modena-Carpi-Mantova, sta peggiorando. Giovedì 2 febbraio si sono registrate almeno 12 soppressioni, mentre venerdì 3 se ne sono contate almeno 7. Dati già preoccupanti, ma comprensibili, ammesso e non concesso che le condizioni meteo possano influire così pesantemente sul livello di servizio reso. Lunedì 6 febbraio le soppressioni sono state più di 20, di cui solo 1 di FER e tutti gli altri di Trenitalia: un servizio praticamente dimezzato, nonostante non nevicasse. “Sarebbe interessante – commenta ironicamente il presidente del Comitato Utenti Ferrovia Modena-Carpi-Mantova, Angelo Frascarolo – chiedere a Moretti come fanno a viaggiare i treni in Germania, in Svizzera, in Scandinavia o in Lapponia, dove non si fermano nemmeno a -15°C. Come fa Trenitalia a far funzionare gli scambi in Valle d’Aosta o in Trentino Alto Adige, dove la neve è la normalità per quasi tutto l’inverno? C’è da sospettare che alle tecnologie del caso, FS ricorra solo dove non può farne a meno, mentre, per un cinico calcolo statistico, scelga di rischiare di “chiedere scusa alla gentile clientela”, laddove le nevicate possono essere spacciate per “eventi eccezionali”.
Occorre denunciare la strutturale incapacità di un servizio ferroviario che non assolve ai propri obblighi e non garantisce né una mobilità adeguata, né una effettiva manutenzione delle linee. Le istituzioni prendano atto che l’attuale gestione non è in grado né di assolvere al servizio per cui è pagata, né di predisporre un piano di misure per fronteggiare le emergenze, cioè un insieme coordinato di interventi a livelli e ambiti diversi, dal macro al micro, come cospargere di sale gli scambi, movimentare personale addetto alle manovre meccaniche, predisporre una ridondanza di materiale in caso di mancate coincidenze, raddoppiare le informazioni e le soluzioni da offrire in tempo reale, fornire assistenza in stazione e sui treni, aumentare la dotazione del personale di bordo; non cancellare le corse… Nel contratto di servizio è chiaramente prescritto che non è
possibile sopprimere un treno, se non per cause di forza maggiore dovute a calamità naturali, terremoti, sommosse e disordini in occasione di manifestazioni pubbliche o per ordine delle autorità. Circostanze, queste, che non si sono verificate. Come è possibile accettare che non si riesca a far circolare regolarmente (o quasi) i treni, pur in condizioni previste e prevedibili, con la conseguenza che sono sempre i lavoratori, gli studenti, i malcapitati viaggiatori, a dover pagare il prezzo del disservizio (oltre al costo del biglietto)? Come è possibile dimenticare questi cittadini al freddo in attesa di un treno che non arriverà, che non partirà, con un ritardo che aumenta attimo dopo attimo, fino ad essere soppresso, cancellando loro ogni certezza sull’orario di rientro a casa, smontandone ogni programma, danneggiando migliaia di persone?”.
Le risposte a queste domande sono ormai improcrastinabili.