Il declino demografico non si arresta

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L’anno che si è appena concluso, segnato dalla grave crisi economica che ha investito il nostro Paese, presenta una natalità complessiva in forte calo rispetto a quello precedente. In Provincia di Modena, nei punti nascita che fanno capo all’Azienda Usl – quelli di Pavullo, Carpi, Sassuolo e Mirandola – si è passati da un numero di parti pari a 4.028 nel 2010 a 3.719 nel 2011, segnando un -8%. L’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi ha chiuso il 2011 con 1.513 nati, da 1.500 parti, contro i 1.694 nati da 1.669 del 2010. I numeri relativi alla struttura della popolazione residente carpigiana sono decisamente sconfortanti: mentre i neonati calano, la popolazione continua inesorabilmente a invecchiare. Un declino demografico, quello a cui stiamo assistendo anche nella nostra città, che si aggrava sempre più. Ad assottigliarsi infatti non è solo la fascia da 0 a 14 anni che, al 31 dicembre 2010, (dati del Servizio Statistica del Comune di Carpi) ammontava a 9.590 a fronte dei 14.632 over 65, bensì quella delle donne in età fertile (dai 14 ai 49 anni) che sono “solo” 15.763. La piramide dell’età è una rappresentazione grafica molto utilizzata in campo demografico, poiché sintetizza efficacemente la struttura della popolazione secondo l’età e il sesso e la sua evoluzione nel tempo, evidenziandone eventuali patologie. Nella metà sinistra del grafico sono rappresentati i maschi, in quella destra le femmine; verticalmente scorrono invece le età. Il nome del grafico deriva dal fatto che, in una popolazione equilibrata – e sana – esso assume una forma triangolare: popolazione numerosa nelle età giovanili (quindi barre iniziali lunghe e base della piramide ampia) e invece via via sempre più scarsa al crescere dell’età (ovvero spostandosi verso l’alto), sino ad arrivare al vertice del triangolo, cui corrispondono gli anziani rimasti. Se la sagoma della piramide delle età si restringe drasticamente alla base, allontanandosi dalla forma triangolare e avvicinandosi piuttosto a quella di un albero, è segno che la popolazione sta invecchiando: le nascite sono scarse (quindi le barre alla base del grafico sono molto corte) e la bassa mortalità mantiene in vita molti anziani (la “chioma” dell’albero). Il grafico della popolazione carpigiana, come potete vedere in foto, somiglia sempre più a un frondoso albero… segno inequivocabile di un declino demografico inarrestabile, a cui nemmeno i nostri figli “adottivi”, ovvero i migranti, potranno ormai porre rimedio.

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