Una passione che viene da lontano la sua. Un amore, quello per la musica, nato quasi per caso, da giovanissimo, sulle note di un concerto dei Nomadi, ascoltando la voce calda del carismatico Augusto Daolio. “Era il 1987 – ricorda il carpigiano 37enne Mattia Superbi – quando mio padre mi portò a quel concerto. Da allora mollai tutto, il calcetto e le classiche cose che si fanno da adolescenti per dedicarmi alla chitarra classica”. La prima chitarra, Mattia la imbraccia nel 1988, quando inizia a prendere lezioni da uno dei musicisti storici del Nomadi, Giampaolo Lancellotti. “Da allora la musica costituisce il mio amore più grande, la mia passione per antonomasia”, continua il musicista che, dal 2004 a oggi, è la voce e la chitarra acustica del duo Blackadillacs, insieme al carpigiano Stefano Ganzerla. “Un romantico ribelle decaduto”, si definisce Mattia che ha fatto propria, nel corso del tempo, la lezione dell’indimenticato Augusto, introiettandone il messaggio. “Era un uomo nuovo, autentico, fuori dagli schemi. Leader carismatico, Augusto sapeva incantare e stupire. Per anni ho suonato la sua musica. Le sue canzoni sono stati parte integrante della mia formazione”. Poi, crescendo, Mattia ha imparato ad amare altri generi, virando verso il rock Anni Settanta: da Neil Young ai Rolling Stones, da Bob Dylan agli American Eagle… “Nel marzo 1992 ho suonato in pubblico per la prima volta. Da allora sono passati vent’anni e il panorama musicale locale è profondamente mutato. Allora non c’erano spazi dove provare o registrare – ricorda – ci arrangiavamo nell’insonorizzare case di campagna con mezzi di fortuna, spesso con i cartoni delle uova… Per anni abbiamo provato a Fossoli Gruppo dove si sono forgiati vari gruppi. Allora la musica veniva vissuta in modo più spontaneo, pionieristico, non c’era la Rete e i nostri genitori non ci sostenevano economicamente, poichè fare musica non era ancora una moda. Suonavamo alle feste, nei locali, ovunque ci venisse data la possibilità di farlo. Accedere alla scena live a Carpi, oggi è davvero difficile. Viviamo in un Paese che non investe nelle mille potenzialità artistiche e culturali che possiede. Anche qui, i locali che ti fanno suonare spesso chiedono cover, non sono disposti a valorizzare la musica originale. Carpi non ha un’identità musicale forte, mentre Correggio, nonostante un certo immobilismo, è una piccola patria del rock; sarà per questo che la Corte dei Pio non ha dato i natali a grandi e riconosciuti artisti”. Mattia – che lamenta il generalizzato disinteresse da parte dei proprietari dei locali cittadini alla musica live, spesso più interessati “alle entrate che al valore aggiunto che un concerto può conferire a una serata” – auspica di poter tornare a suonare in città con maggiore facilità, “per ricominciare a fare cultura, sganciandosi da logiche legate al mero profitto”, magari dando un assaggio dei nuovi pezzi che sta scrivendo. “Dal ‘93 a ‘97 mi ero dedicato alla scrittura di pezzi miei”; una fase, quella compositiva, che si era poi interrotta, per prediligere cover insieme alla formazione elettrica e in acustico nella quale Mattia ha militato fino al 2000. Oggi, padre del piccolo Francesco, a cui ha appena regalato una chitarra, Mattia ha ripreso in mano carta e penna per dedicarsi nuovamente alla scrittura di brani originali. Brani dal sapore rock. On the road. “Il fascino della strada – continua Mattia – per me è imprescindibile; sinonimo di avventura e libertà, la strada rimanda a mille opportunità, alla possibilità di confrontarsi con se stessi giorno per giorno, maturando esperienze sul campo… la musica è lo strumento attraverso il quale riesco a esprimermi al meglio, oltre le mode, alla ricerca di un’impronta solo mia. Autentica. Controcorrente”. I testi di Mattia raccontano quel viaggio misterico e complesso che è la vita; son fatti di introspezione e silenzio ma raccontano anche l’amore, le relazioni, il confronto e danno forma e corpo e quell’anelito di libertà che alberga in ciascuno di noi. Per chi volesse conoscerlo meglio, vi rimandiamo alla sua pagina Facebook, “strumento di scambio, comunicazione e partecipazione”, conclude il musicista.
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