C’è un bosco a Carpi tutto da scoprire. Un’area di circa 15mila metri quadrati, (il Parco di via Magazzeno, per avere un metro di paragone, ovvero l’area compresa tra le vie Magazzeno, Remesina Interna e Longhena, si estende su una superficie di circa 16mila metri quadri) di cui molti non conoscono nemmeno l’esistenza. Racchiusa tra la Provinciale Motta, via Costituzione e il nuovo comparto edilizio di via Canalvecchio, quest’area verde cresce rigogliosa tra la noncuranza generale. Vero e proprio schiaffo alle aiuole, più o meno curate, che i nostri amministratori chiamano parchi, quest’area, conserva ancora un’anima selvaggia poiché, fortunatamente, pur essendo di proprietà del Comune di Carpi, quest’ultimo, alle prese con ben altre priorità, non ci ha ancora messo le mani. “La zona utilizzata per quasi vent’anni come vivaio – ci spiega l’assessore all’Ambiente, Simone Tosi – era stata assegnata all’ex-vivaio Crea ma è stata riconsegnata al Comune dopo l’intervento dell’ufficiale giudiziario nel 2006. Lo scorso anno avevamo realizzato un bando per affidarne una parte per lo svolgimento di un’attività economica compatibile, (previsto un canone di 5mila euro annui per un minimo di 18 anni) con onere di tutela e salvaguardia dell’habitat esistente e di realizzazione, manutenzione e gestione di un adiacente parco didattico pubblico, ma era andato deserto”. Fortunatamente, perlomeno in questo caso, il ritornello del Divide et impera non ha trovato seguito e l’area è rimasta integra e intatta, anche per la gioia dei privati che vi abitano e che, con la propria terra, contribuiscono a incrementare il patrimonio verde.
Qualcuno però gli occhi sopra ce li ha messi e, un paio di mesi fa, ha presentato una progetto che oggi è al vaglio dell’Amministrazione Comunale. L’Associazione La Festa – unitamente alla Cooperativa Eortè e a Banca Etica – vorrebbe “addomesticare” la zona affinché possa essere vissuta e fruita dalla cittadinanza, pur nel rispetto di questo straordinario polmone verde. “La zona boschiva sarebbe tutelata – ci spiega il presidente Roberto Zanoli – e nessun albero autoctono tagliato. Occorrerebbe soltanto riordinare e ripulire il sottobosco che è cresciuto disordinatamente per creare dei camminamenti nel verde. La parte a cielo aperto invece potrebbe accogliere dei gazebo, piccole strutture mobili, dotati di pannelli fotovoltaici sui tetti, per ospitare pic nic, eventi, laboratori, conferenze e, magari, anche un piccolo punto ristoro. Vorremmo che l’area, bellissima e oggi non sfruttata in alcun modo, fosse frequentata dalle famiglie e non solo, affinché tutti possano godere della natura e organizzare momenti culturali o di aggregazione”. Il progetto, negli intenti dell’associazione, dovrebbe realizzarsi grazie allo sforzo di tutta la cittadinanza, ovvero tramite “una sottoscrizione popolare”, continua Zanoli, in fondo questo gioiello smeraldino è patrimonio di tutta la Corte dei Pio. A ridosso del bosco vi è poi un parcheggio di servizio che potrebbe diventare il luogo ideale per realizzare fiere e mercatini. Insomma un luogo giunto a noi pressoché intatto, che esige di essere protetto e tutelato. Un luogo che, a differenza della zona dell’Oltreferrovia (ipotetica sede del futuro parco Lama) sempre più costruita e umanizzata, non porta i segni del passaggio dell’uomo. L’augurio è che il Comune – ad oggi ancora con la bocca cucita – dia, al più presto, il via libera al progetto de La Festa, e le conceda l’area in gestione. In questo modo, un tassello di bosco che oggi è interdetto alla cittadinanza si trasformerebbe, pur rimanendo intonso, in un luogo da respirare e da vivere, per passeggiare, andare in bicicletta, rilassarsi, incontrarsi e, perchè no, ripensare i propri stili di vita.