Tutti hanno la netta sensazione che tra gli effetti collaterali della crisi economica vi sia anche un aumento significativo di varie forme di disagio psicologico, riconducibili prima di tutto alla maggiore incertezza rispetto al futuro. “Non c’è alcun dubbio che la crisi economica in molte persone causi un aumento dello stress, rispetto al quale l’individuo deve porre in essere delle azioni di adattamento. Naturalmente questo adattamento in molte situazioni avviene in modo fisiologico, ma può anche accadere che si trasformi in una reazione di tipo ansioso o depressivo. Recenti studi internazionali evidenziano come la profonda crisi finanziaria – manifestatasi in alcune aree del mondo precocemente rispetto all’Europa – abbia determinato un rilevante aumento dei casi di depressione e dei tentativi di suicidio, con un’incidenza maggiore nella popolazione meno abbiente e culturalmente meno preparata”, spiega Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Usl di Modena.
*b*Quindi le due situazioni che più di frequente si presentano sono ansia e depressione? +b+
“Sì, la prima, l’ansia, in particolare deriva dal timore di non essere in grado di gestire adeguatamente quanto accade. La depressione interviene invece quando la percezione dei cambiamenti peggiorativi incombe o si materializza e il soggetto ne rimane vittima. Si pensi ad esempio ai cittadini greci che si sono visti togliere, a causa appunto della crisi economica, la tredicesima mensilità”.
*b*E in Provincia di Modena cosa sta accadendo? +b+
“Il dato oggettivo è che nell’ultimo quinquennio il numero di persone che in tutta la provincia si sono rivolte ai servizi del Dipartimento di Salute Mentale è aumentato. Stabilire con certezza quanto questo sia frutto della crisi o quanto della migliorata accessibilità dei servizi che forniamo è difficile, ma non c’è dubbio che le aumentate difficoltà economiche abbiano inciso profondamente. Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010, in tutta la Provincia di Modena i casi trattati sono passati da 9.200 a 10.998, aumentando di quasi il 20%. Entrando ancora più nello specifico, va aggiunto che l’aumento più marcato si è registrato nella categoria delle nevrosi, nell’ambito delle quali rientrano sia le nevrosi d’ansia sia quelle depressive, vale a dire quelle reazioni più spesso riconducibili a eventi negativi o stressanti esterni. Sul totale dei casi trattati, dal 2006 al 2010, i casi di nevrosi sono passati dal 25% al 35,9%”.
*b*Rispetto alla reazione alla crisi, tra donne e uomini ci sono delle differenze? +b+
“In generale si può dire che più spesso sono le donne a manifestare reazioni depressive, mentre la prevalenza s’inverte quando parliamo di condizioni di tipo ansioso. Un caso tipico riguarda l’uomo che rimane senza lavoro e che, oltre a perdere la fonte di reddito, sente messo in discussione il suo ruolo in famiglia e, più in generale, all’interno della società in cui vive, perché non è più in grado di rispondere alle ordinarie richieste”.
*b*E il Dipartimento di Salute Mentale quali risposte è in grado di dare alle persone che si trovano in difficoltà? +b+
“Prima di tutto aiutandole a contenere e governare queste reazioni. Non dobbiamo dimenticare che l’ansia, ad esempio, fino a un certo livello può essere una molla positiva per cercare nuove soluzioni e aprire nuovi scenari. Quando invece l’ansia diventa paralizzante o la depressione pervasiva, allora c’è la necessità di risolvere questo problema innanzitutto sul piano clinico. Ma il nostro compito non si esaurisce qui. In stretta collaborazione con i servizi sociali e, più in generale, con tutta la rete del welfare comunitario, aiutiamo le persone a individuare percorsi e soluzioni alle quali non avevano pensato e che invece possono offrire sbocchi utili e concreti”.
*b*Cosa è possibile suggerire alle persone che presentano segni di malessere e disagio? +b+
“Di rivolgersi senza esitazioni al proprio medico di medicina generale, che se lo riterrà opportuno potrà attivare una consulenza specifica da parte di uno psichiatra o uno psicologo, nell’ambito del programma di collaborazione tra Cure Orimarie e Dipartimento di Salute Mentale”.
*b*I numeri di Carpi+b+
Ipazienti assistiti dal Centro di Salute Mentale di Carpi nel 2010 sono stati 1.536 (erano 1.370 nel 2008). Nel 35% dei casi si tratta di situazioni riconducibili a nevrosi. Da sottolineare che i casi di nevrosi sono stati 400 nel 2008, 480 nel 2009 e 534 nel 2010. In termini percentuali, dal 2008 al 2010, l’incremento è stato del 33.5%.